Gian Piero Ventura, tecnico della Salernitana, presenta la sfida di domani pomeriggio contro il Pordenone.
Mister, un banco di prova importante per capire se il momento difficile è alle spalle.
È un match stimolante, affrontiamo la squadra che sta più in salute con il Benevento, è reduce da un campionato vinto, grande entusiasmo, grande disponibilità e i risultati sono frutti di questo. Una buona organizzazione ma soprattutto un grandissimo entusiasmo. È una verifica importante per vedere se avremo più fame, più entusiamo di loro. Io continuo a dire che il vero campionato inizia a gennaio non perché c'è il gennaio ma perché i punti incidono sulla classifica e sulla mente. Quindi è importante che a gennaio la Salernitana sia competitiva.
La freschezza di giocatori che a Empoli hanno fatto bene può essere un fattore da sfruttare?
Oggi Lombardi parlano tutti positivamente di lui, Lombardi d'inizio stagione era un calciatore diverso. Ha lavorato, ha provato a calarsi nella parte, capire tutte le cose che non aveva messo a fuoco. E questo vuol dire crescere. C'è chi sta crescendo e chi ogni tanto ha delle pause. Se tutte queste cose a gennaio verranno smussate, ecco che hai la possibilità di crescere. Questo è un campionato che, a parte il Benevento, con grande umiltà ci siamo avvicinati a questo campionato, sapendo che diventiamo competitivi con il tempo.
Sarebbe un delitto non sfruttrare questa "accessibilità"?
Io continuo a ripetere che quando parliamo di costruire qualcosa, significa creare i presupposti per costruire qualcosa d'importante. Devi avere personalità per portare avanti questo tipo di discorso. Se crei le fondamenta, poi dovrai andarci a mettere gli optional. Ieri qualcuno mi ha detto "noi vogliamo tutto e subito". Ma se tu fai un figlio, non è che ti nasce subito di 18 anni. Se mi chiedi "sei contento del lavoro fatto?" Assolutamente sì. "Sei contento di quanto ottenuto?". Assolutamente no, potevamo avere qualcosa in più. Ma la crescita c'è stata. Il cemento non è più semplice cemento ma sta diventando cemento armato.
Farà turnover?
Non siamo in tantissimi. Giannetti è ancora fermo, credo che Migliorini non ce l'avremo. Abbiamo un po' di problematiche ma nel limite del possibile dobbiamo dividerci un po' tra Pordenone e Spezia. Sono due partite diverse, magari c'è un calciatore che puoi sfruttare di più in una partita e viceversa.
Tante ammonizioni, un aspetto su cui lavorare?
Assolutamente sì, molte ammonizioni sono figlie dei nostri errori. Alcune ammonizioni potevano essere discutibili ma è un aspetto sul quale dobbiamo lavorare.
Quanto inciderà la sua assenza in panchina?
Spero zero. Io ho sempre detto che il lavoro si fa in settimana. Ma mi dispiace. Trovo assolutamente ingiusto che io sia squalificato. Ero diffidato per un'espulsione ingiusta subita a Trapani per la quale si sono dovuti ricredere. L'ho trovato non bello, credevo quella rimessa non fosse degli avversari. Spero che non inciderà. Sono convinto che faremo una buona partita perché c'è consapevolezza di quello che, piano piano, stiamo facendo.
Akpa Akpro?
È un giocatore a cui rinuncio difficilmente. Ha fatto tre quarti di partita a Empoli, presumo che ci sarà con il Pordenone, non posso garantire che ci sarà a La Spezia.
Mercato?
Non entro nel merito, questa squadra non ha bisogno di grandi rivoluzioni. Se fattibile, con due giocatori di determinate caratteristiche, questa squadra migliorerebbe, perché se finalizzi quello che fai... Ma non è riferito solo alle punte. Non credo sia necessario prendere giocatori tanto per prenderli. Se arrivano giocatori che ci danno qualità, ben vengano. I due giocatori se ci fossero aiuterebbero il processo di crescita. A me interessa che prosegua questa voglia di crescere da parte di questi giocatori.
Lei è stato in piazze difficili e con un'elevata pressione. Fa un po' da garante anche in questo?
Quando parlo di pressione, chiunque fa calcio deve imparare a gestirla. Se ci sono calciatori giovani, devono imparare a gestirla. Nelle prime quattro partite il Cittadella ha preso 14 gol e non c'è stata una parola. Sono ambienti diversi. Qui diventi giocatore, a Salerno. È evidente che se esci da queste realtà, puoi andare a giocare anche altrove. Ambiente o pressione non sono giustificazioni. Io sono contento che in un contesto del genere i miei calciatori stiano crescendo.
Il modello Lotito-Lazio è un modello apprezzato a livello mondiale. Lei che conosce il calcio, parlerà con Lotito per chiedergli di trasferirgli questa capacità anche a Salerno?
Il modello Lazio è semplicemente figlio di una programmazione. Qui è stata fatta dall'inizio per cercare di uscire dalle paduli in cui era finita la Salernitana. Si è andati in C, poi in B. E ora c'è stata una sosta. Ai miei occhi, ma non sono né Lotito né la Salernitana, dopo dei risultati c'è stata una pausa. Non ha senso per una città come Salerno pensare di andare in serie A e poi retrocedere un anno dopo. Ormai chi va su, resta su. Essere in serie A significa avere un'infinità di cose positive, in B un'infinità di cose negative. Questa è la vera programmazione. Bisogna essere chiari e dire le cose alle persone. Sei-sette anni fa la Lazio non era a questi livelli. Se questa piazza capisse, io davvero prenderei i giovani migliori e proverei a costruire qualcosa ma ci vorrebbe del tempo. Io dal primo giorno che sono venuto qui, ho detto ai giornalisti: "provate ad essere protagonisti insieme a me". Questo è un lavoro per portare avanti qualcosa per Salerno.
Mercato in uscita?
Per me non c'è nessuno in uscita.
Come ha visto Djuric in settimana?
Io dico che Djuric è di fronte a un bivio. Conta quello che viene detto o quello che mi ha detto l'allenatore. Se conta quello che viene detto è un uomo distrutto, se conta quello che gli dice l'allenatore, allora è molto meno distrutto e magari domani ci fa anche un regalo.
