Sibilia sul rinvio a giudizio: "Agito in difesa dei cittadini"

Deputato del Movimento 5 Stelle ha commentato così il rinvio a giudizio emesso dal gup.

Lo ha fatto in una nota pubblicata su Facebook nella quale ha ripercorso gli aspetti salienti delle proteste contro l'esproprio del terreno per la realizzazione dell'elettrodotto di Villanova-Gissi.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

“Riteniamo di aver fatto il lavoro per il quale siamo stati eletti, abbiamo agito in difesa dei cittadini e dei lori diritti. Oggi siamo noi ad aver bisogno di voi. Stateci vicino”. Così il deputato del Movimento 5 Stelle Carlo Sibilia ha commentato su Facebook il rinvio a giudizio emesso nei suoi confronti dal tribunale di Pescara. Ottopagine.it ve ne aveva parlato ieri. Sibilia, il prossimo 18 dicembre, dovrà rispondere in aula di violenza privata e interruzione di pubblico servizio per essersi opposto all’esproprio del terreno per la realizzazione dell’elettrodotto Villanova Gissi in Abruzzo. Dovranno comparire in aula anche i deputati M5s Gianluca Vacca e Daniele Del Grosso e la consigliera regionale Sara Marcozzi. Erano stati denunciati dalla società incaricata dei lavori, la "Terna S.p.A.". I rappresentanti della Terna, nel 2014, erano stati allontanati dal presidio di attivisti del Movimento 5 Stelle.

Ecco la nota integrale pubblicata su Facebook.

“Lo so, è da anni che non si vedono parlamentari che difendono i cittadini dalle arroganze dei prepotenti. Io e i miei colleghi del Movimento 5 Stelle lo abbiamo sempre fatto. E anche in questo caso è andata così. Certamente ricorderete la lunga battaglia intercorsa tra TERNA S.p.a. e cittadini inermi che difendevano le loro case e i loro terreni acquistati dopo anni di risparmi e sacrifici. Il #M5S si è da subito interessato della costruzione del famigerato elettrodotto Villanova-Gissi. Abbiamo letto tutti i documenti e i pareri dei tecnici e constatato numerose anomalie e violazioni delle prescrizioni concretizzatesi durante l'intero iter autorizzativo e di costruzione dell'elettrodotto. In Parlamento, abbiamo depositato interrogazioni per chiederne conto ai Ministeri. In Regione interpellanze, atti di sindacato ispettivo, fino a richiedere un consiglio regionale straordinario durante il quale abbiamo ottenuto il voto favorevole dell’intero consiglio su un documento che impegnava la Regione Abruzzo con 21 punti. Abbiamo agito con tutti gli strumenti che la legge ci consentiva tentando di stimolare ad una maggiore attenzione Ministeri competenti e Regione Abruzzo che, però, sono rimasti sordi.
Tra le numerose attività poste in essere nelle mia veste di parlamentare, ho ritenuto anche di dover dare seguito alla richiesta proveniente da cittadini e comitati di constatare con i miei occhi le modalità, a detta degli stessi arroganti e violente, con le quali Terna procedeva agli espropri in danno dei proprietari dei terreni. E questo ho fatto. Mi sono recato sui luoghi e ho osservato lo svolgimento delle procedure di immissione in possesso.
Per ogni immissione in possesso i funzionari di Terna s.p.a. hanno sporto querela nei confronti delle decine di cittadini presenti durante le operazioni contestando loro i reati d'interruzione di pubblico servizio e di violenza privata. Terna ha anche avanzato nei confronti di decine di cittadini richieste di risarcimento del danno milionarie. Certamente ricorderete il caso di Silvia Ferrante, la coraggiosa mamma che per il suo attivismo in favore della salvaguardia dell'ambiente, aveva ricevuto da Terna 24 citazioni per danni per una richiesta complessiva di 16 milioni di euro e circa 30 denunce penali. 
Il gigante s'inchina alla formica, si disse di Terna quando ritirò tutte le richieste di risarcimento e tutte le querele nei confronti di Silvia e di tutte le decine di querelati.
Tra le decine di cittadini querelati da Terna c'eravamo anche io, Sara Marcozzi, Daniele Del Grosso e Gianluca Vacca. 
Tutti i procedimenti penali derivanti dalle querele di Terna sono stati archiviati. Quasi tutti, perché quello intentato contro me, Sara, Carlo e Daniele prosegue. 
Siamo stati, infatti, rinviati a giudizio dal Tribunale di Pescara che sarà chiamato a decidere se le nostre condotte hanno integrato o no i reati di interruzione di pubblico servizio e violenza privata. La prima udienza si terrà il 18 dicembre. Siamo tranquilli perchè siamo coscienti di non aver usato alcun tipo di violenza e di non aver interrotto alcunchè e confidiamo nell'operato della magistratura. Riteniamo di aver fatto il lavoro per il quale siamo stati eletti, abbiamo agito in difesa dei cittadini e dei lori diritti. Siamo stati vicini ai cittadini ignorati dalla politica e dai governi nazionale e regionale. Oggi siamo noi ad aver bisogno di voi. Stateci vicino”.