L'allarme di Cantelmo sul racket dell'eolico in Irpinia

Il Procuratore, a margine degli arresti dei carabinieri: «Allarme concreto in Alta Irpinia»

Bisaccia.  

 

di Andrea Fantucchio 

«Il settore dell'eolico è nel mirino della malavita. Anche in Irpinia». Il procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, riaccende l'attenzione sull'ombra della criminalità organizzata che non ha mai smesso di allungarsi sugli stabilimenti eolici dell'Alta Irpinia.

L'operazione di questa mattina, con cinque arresti dei carabinieri, è infatti solo la punta dell'iceberg.

Quattordici attentati agli impianti eolici registrati nel 2016. L'antimafia aveva iniziato a indagare su un territorio storicamente tranquillo, rinomato per i paesaggi e la vocazione agricola.

La scia di episodi criminosi era iniziata quando un ordigno aveva messo fuori uso una pala eolica a Bisaccia. Fra l'estate e l'autunno del 2015 era stato colpito lo stabilimento di alcune ditte che avevano vinto appalti per la realizzazione di lavori di movimento terra all'ombra del palazzo ducale. Un danno da centinaia di migliaia di euro: erano stati bruciati camion trattori, ruspe ed escavatori.. E non erano mancate neppure le scariche di kalashnikov o i colpi di pistola per intimidire gli imprenditori.

Episodi accomunati dalla stessa violenza ostentata.

«Hanno agito in pieno giorno. Nonostante i servizi di telecamere. E con una ferocia che non appartiene alla criminalità di questa terra». Ha confermato Cantelmo riferendosi ai cinque indagati arrestati questa mattina dai carabinieri. E immortalati in un video mentre cospargono di liquido infiammabile la turbina di un pianto. Prima di appiccare il fuoco.

Le infiltrazioni della malavita foggiana in Irpinia non sono certo una novità.

«L'Alta Irpinia – ha dichiarato in proposito il colonnello, Massimo Cagnazzo – risente di un fenomeno simile a quello del Vallo di Lauro. Dove il territorio finisce per essere influenzato da attività criminali esterne. In quel caso ramificazioni di clan napoletani o salernitani».

Stavolta si è rivelata fondamentale la collaborazione dei cittadini oltre che delle vittime. Grazie a loro è stato possibile risalire all'identità degli indagati che, domani, saranno ascoltati dal gip.