Bambino molestato, il padre: «Mai toccato, sono una vittima»

L'uomo di Atripalda, accusato di violenza sessuale sul figlio, ha offerto la sua versione al gip.

L'indagato ha respinto tutte le accuse. E chiarito di non aver mai molestato il figlio di dodici anni.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

«Non ho mai molestato mio figlio. Sono solo una vittima della giustizia». Lo ha raccontato al gip, Paolo Cassano, il 41enne di Atripalda accusato di aver violentato il figlio dodicenne. L'indagato, che abita in Alta Irpinia, era stato arrestato dalla polizia del commissariato di Sant'Angelo dei Lombardi.  L'interrogatorio di questa mattina è durato due ore. Il 41enne, affiancato dall'avvocato Danilo Iacobacci, ha respinto le accuse rispondendo a tutte le domande del giudice.

Come è nata l'inchiesta

L'inchiesta è nata dalla denuncia della presunta vittima. Il dodicenne ha raccontato che, quando la madre era andata via di casa, dormiva spesso con il padre. E' in quel letto che sarebbero avvenute le presunte violenze. Il bambino ha spiegato che il genitore si spogliava e, dopo avergli abbassato i pantaloncini, lo toccava sui genitali, per poi strusciarsi addosso. Per il 41enne è tutto falso.

La versione dell'indagato 

L'indagato ha spiegato che la reazione del figlio sarebbe legata un risentimento nei suoi confronti maturato dopo che i servizi sociali gliel'avevano portato via. Ha aggiunto di non aver mai fatto sesso con una prostituta mentre il bambino si trovava in un'auto. Un'altra delle accuse che erano finite nell'ordinanza di applicazione della misura cautelare.

Proprio sul racconto del dodicenne ruota gran parte dell'indagine. Ci sono due aspetti sui quali la difesa intende puntare la sua attenzione. Il bambino dopo aver raccontato le violenze, le ha ritrattate. Ma il consulente della Procura ha ritenuto attendibile la prima versione. Inoltre il dodicenne ha chiesto di poter tornare a vivere col padre. Un comportamento che, per la difesa, proverebbe l'innocenza dell'indagato. Questo e altri aspetti saranno ora valutati dal giudice che dovrà ora decidere se confermare la misura cautelare.