Morte Dello Russo: ecco quando i carabinieri possono sparare

L'uso delle armi disciplinato dall'art. 53 del codice penale: c'era il pericolo di vita

Avellino.  

Art. 53: “...non è punibile il pubblico ufficiale che, al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi o di altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all’Autorità o di impedire la consumazione dei delitti di strage, naufragio, sommersione, disastro aviario, omicidio volontario, rapina a amano armata e sequestro di persona”.

Il codice penale e la dottrina interpretativa hanno più e più volte ragionato sulla legittimità dell'uso delle armi da parte delle forze dell'ordine.

Nel paradosso italiano, un carabiniere può sparare ad un rapinatore solo se questi mette in pericolo la vita del militare e quella dei suoi compagni o se rappresenta un pericolo immediato per le persone. Ne deriva che un carabiniere non può intervenire sparando se sorprende un rapinatore subito dopo un colpo in una banca: gli deve chiedere di fermarsi e inseguirlo. Ma se quel rapinatore, un minuto dopo, investe un bambino o spara a un passante, il carabiniere potrà trovare sempre un pm che lo indaga per non aver fatto il proprio dovere. Un paradosso, dunque.

Tutto questo porta alla necessità di accertare fino in fondo quello che è accaduto lungo la Statale, all'altezza del cimitero di Mugnano del Cardinale, ma senza le poco accettabili strumentalizzazioni da parte di chi vuole farsi pubblicità con questo caso e tenendo ben distinte tutte le emotività che provengono, legittimamente, dalla famiglia.

Le verità note sono poche.

Antonio Dello Russo, 39 anni, di Mercogliano non si è fermato all'alt dei carabinieri che effettuavano un posto di controllo sulla Statale: è il 16 gennaio scorso, poco dopo l'una.

I carabinieri lo hanno inseguito e nel corso dell'inseguimento Antonio Dello Russo li ha speronati, facendoli finire fuori strada.

I carabinieri, a quel punto, hanno sparato, attingendolo in due punti del corpo: gamba e gomito destri.

Il 39enne è finito fuori strada ad altissima velocità ed è morto.

La magistratura apre un'inchiesta per capire, come sempre si deve. 

Da questo punto in poi ci sono domande, dubbi. Uno non si ferma all'alt dei carabinieri per mille motivi: è distratto, è ubriaco, è strafatto e non se ne accorge, ha l'assicurazione scaduta.

Vallo a capire.

Ma quando uno sperona l'auto dei carabinieri che gli mostrano, per l'ennesima volta, la paletta dell'alt, qualcosa non va.

E se quella gazzella è lanciata ad alta velocità, chi la sperona mette a rischio gli occupanti? A questo chiunque può darsi una risposta. Se i colpi sono stati esplosi dai militari mentre sbandavano, tra l'altro mirando alle gomme della Fiat di Antonio Dello Russo, quello che è accaduto rientra tra le possibilità che deve mettere in conto chi ha motivi tali da non fermarsi all'alt dei carabinieri, al punto da speronarli.