Primo Maggio, rabbia e coraggio a Luogosano: Licenziati con una mail, un incubo

Le storie dei lavoratori dell'ArcelorMittal, oggi sindacati e politica a Luogosano

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Luogosano.  

Cancelli chiusi e cori dal palco, interventi sentiti per un primo maggio che rilancia la crisi delle aree interne: Primo Maggio a Luogosano in Irpinia con i referenti della triplice, il vescovo di Ariano, gli operai sindaci e presidente della provincia. Maxi adunata nel piazzale antistante lo stabilimento ArcelorMittal di Luogosano, la manifestazione provinciale per la Festa dei Lavoratori. Promossa dalle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, con il supporto delle federazioni metalmeccaniche Fiom, Fim e Uilm, l’iniziativa ha visto la partecipazione dei lavoratori provenienti da tutta la provincia di Avellino.

Il vescovo sono con voi

All’appuntamento hanno preso parte delegazioni politiche, operai, famiglie e anche il vescovo di Ariano Irpino, monsignor Sergio Melillo. L’evento si è svolto in un contesto segnato da una crescente preoccupazione per l’occupazione in Irpinia. Al centro della mobilitazione, infatti, la vertenza aperta con ArcelorMittal, che ha annunciato la chiusura dello stabilimento  comunicando l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per i 70 dipendenti.

Le sigle sindacali hanno ribadito la necessità di interventi coordinati e strutturali da parte delle istituzioni locali e nazionali, richiamando l’urgenza di un nuovo piano di sviluppo per la provincia.

La voce dei giovani: “Difficile restare in Irpinia”

Tra i presenti, anche diversi lavoratori dello stabilimento di San Mango, alcuni dei quali impiegati da anni insieme ai propri familiari. Teodoro Giannitti, 26 anni, ha raccontato di aver iniziato a lavorare nello stabilimento a 19 anni, accanto al padre Gerardo, prossimo alla pensione: “Ora non ho più nulla,” ha dichiarato. “Il clima in casa è cambiato. C’è incertezza, preoccupazione. Sarà difficile restare in Irpinia”.