Avellino, si riparte dalla continuità tecnica con il 4-3-1-2

Il modulo base nell'ultimo girone di ritorno, sarà il punto di partenza dell'avventura di Tesser

Avellino.  

Una scelta nel segno della continuità tecnica. L'Avellino ha deciso di ripartire da Attilio Tesser; di ripartire dal 4-3-1-2, praticato per la quasi totalità del girone di ritorno e diventato, nel tempo, da alternativa al 3-5-2 a modulo base dell'ex tecnico Massimo Rastelli. Nel giorno della sua prima conferenza stampa da allenatore dei biancoverdi, Tesser non ha nascosto la volontà di lavorare principalmente sul modulo con il centrocampo a rombo utilizzato anche per la sua Ternana, riservandosi di variare assetto tattico a gara in corso, passando, all'occorrenza, al 3-5-2 o al 4-4-2.

Una scelta sapiente, quella di continuare nel solco tracciato nel corso del primo biennio dal ritorno in Serie B dal neotecnico del Cagliari, perché le rivoluzioni, si sa, richiedono tempo per essere assorbite, incrementano il rischio di spaesare i calciatori che hanno lavorato per lungo tempo su determinati sistemi di gioco e richiedono esborsi evitabili per tesserare elementi funzionali a nuovi assetti. E l'Avellino, che ha costruito nel tempo una rosa solida, un parco giocatori di proprietà, allestito muovendosi d'anticipo e con lungimiranza sul mercato, non ha nulla da stravolgere. Deve solo operare innesti mirati e di prospettiva, oltre a qualche elemento di esperienza, come la scorsa estate. Lavorare bene vuol dire anche non vedersi costretti a ripartire da zero nella stagione successiva.

La vera novità dovrebbe essere rappresentata dal ritorno del regista puro. L'Avellino ha provato, negli anni precedenti, con Correa prima, e Togni poi, a far partire il gioco dai piedi del classico metronomo; di un giocatore in grado di dettare i tempi della manovra, ma, anche in virtù del deludente rendimento degli interpreti scelti, aveva infine deciso di virare su un centrocampo muscolare, che privilegiasse la fase di interdizione a quella di costruzione. Tesser, però, non ha mai rinunciato a un vertice basso in grado di favorire lo sviluppo di un possesso palla di qualità da alternare a precise verticalizzazioni. Nicolas Viola è l'esempio calzante del giocatore che l'ex, tra le altre, del Novara ama veder agire davanti alla difesa. 

E, allora, priorità al completamento del reparto arretrato, già rinforzato dagli arrivi di BiraschiNitriansky e Rea, dove si lavora per chiudere con Giron e si cerca di convincere il Torino a lasciare per un altro anno in Irpinia, Chiosa. Poi sotto con la costruzione del settore nevralgico, nel quale Arini e Schiavon hanno il contratto in scadenza a giugno 2016: entrambi, fatto salvo diverse valutazioni, saranno ceduti, rendendo necessario l'arrivo di almeno due centrocampisti. Infine, toccherà all'attacco, dove tutto ruota intorno a Trotta: l'Avellino confida in un grande Europeo Under 21 per monetizzare al meglio la sua partenza, ma se non dovesse ottenere un'offerta soddisfacente non si strapperebbe affatto i capelli di fronte all'eventualità di poter contare ancora sul suo immenso talento. 

Marco Festa