Avellino, buccia di banana a Vibo Valentia: 2-0

I lupi pagano dazio per le assenze. Forte para un rigore, tre legni negano il pareggio

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Avellino.  

“Quando siamo al completo siamo un'altra squadra”. Gira e rigira, il concetto semplice ma tutt'altro che banale, più volte evidenziato da Piero Braglia, si è confermato un dogma pure questo pomeriggio. Ma, stavolta, in negativo. Sì, perché, senza voler scomodare il rapper Caparezza, "ogni verità rivela il suo contrario" e, al “Razza”, contro la Vibonese, sono emersi i limiti, se non tutti davvero parecchi, dell'organico biancoverde in versione non al completo. La sconfitta per 2-0 maturata è, allora, semplicemente, la naturale conseguenza di quel ragionamento, oggettivo e lineare. Nulla più, nulla meno. Anche perché, sempre volendo citare Braglia, se “l'attenzione non resta alta, l'Avellino può buscarle con chiunque”. Figuriamoci contro una squadra in lotta per evitare i playout e che oggi ha ipotecato la sua salvezza. Il margine di vantaggio sulle dirette inseguitrici resta rassicurante, ma è chiaro che, tutti, si sarebbero ben risparmiati i potenziali patemi d'anomo finali, a meno che le dirette concorrenti, domani, non facciano harakiri. Il Bari, a -7, battuto sabato scorso al “Partenio-Lombardi”, affronterà alle 15, al “San Nicola”, il Palermo; il Catanzaro, a -8, ma con la trasferta con la Juve Stabia da recuperare, è atteso dalla sfida per il quarto posto, alle 12,30, al “Cervolo”, contro il Catania.

La cronaca di una giornata da dimenticare, o da ricordare per trarre insegnamento, parte dalle scelte di formazione: pressoché totalmente quelle attese alla vigilia, su entrambi i fronti. Rocchi, Miceli, Adamo e De Francesco prendono il posto dell'infortunato Luigi Silvestri e degli squalificati Dossena, Carriero (quando manca, soprattutto lui, si vede, eccome) e Tito; Maniero preferito a Bernardotto, tra le file biancoverdi; Mengoni viene confermato, tra i pali, al posto di Marson e l'ex Vergara al posto di capitan Redolfi, in difesa.

Il primo tempo, dopo una iniziale fase di studio, inizia a evidenziare i primi, piccoli, ma indicativi singhiozzi nella macchina stavolta non perfetta dei lupi. Tanti errori in appoggio, circolazione di palla poco fluida e difficoltà difensive messe a nudo dallo scatenato e sgusciante, classe 2000, Spina. La fascia mancina, senza Tito, è una prateria. Come se non bastasse, l'Avellino si è complicato, poi, la vita da solo come in occasione del vantaggio calabrese, che arriva al 19': sanguinosa palla persa da Illanes a centrocampo, per un dribbling di troppo; ripartenza fulminea degli uomini di Roselli, spinta da Parigi; tentennamento in uscita di Miceli su Spina, lesto a incunearsi tra il capitano ospite e Illanes, in tentativo di ripiegamento disperato, e a favorire la battuta a botta sicura dell'altro capitano, Pugliese, bravo ad accompagnare e concludere la ripartenza a tutto gas, arrivando veloce come un Ferrari a rimorchio. Le proteste per un presunto tocco di braccio di Miceli; un colpo di testa su angolo di De Francesco, dello stesso difensore; una botta dalla distanza di Statella, bloccata a terra da Forte: tutto nel calderone di una prima frazione di gioco chiusa con un altro momento di difficoltà della retroguardia, ballerina, avellinese. Una botta di Spina, respinta di Forte. C'è tempo pure per una staffilata di De Francesco, deviata da Mengoni. Nel mezzo l'infortunio muscolare che tira fuori dalla contesta Maniero, sostituito da Bernardotto. Si va al risposo sull'1-0.

Pirotecnica e ricca di emozioni la ripresa, che inizia con il passaggio al 4-3-1-2 dell'Avellino, in concomitanza con l'immiediato inserimento di Baraye e Rizzo e l'avanzamento di De Francesco sulla trequarti. La mossa che incrementa la pericolosità offensiva della Vibonese è, invece, rappresentata dall'innesto di Laaribi. Dopo il quarto d'ora, emozioni in apnea. Al 61', palo dell'ex centrocampista della Casertana con una punizione a giro dai 25 metri; al 64', La Ragione scappa via sul filo del fuorigioco e mette palla al centro dove Illanes, ammonito in precedenza, riscatta parzialmente la sua prestazione opaca mettendoci una pezza in scivolata. Nel finale succede di tutto. Al 74', Forte para coi piedi un rigore calciato centrale da Laaribi, che se lo era guadagnato per un contatto assai dubbio con Aloi. Gol sbagliato, gol sfiorato. Due volte. Al 75', un altro subentrato, l'attesissimo Errico, “rischia” di lasciare il suo primo segno sulla stagione centrando la traversa con un colpo di testa su cross di Ciancio; Fella raccoglie la sfera e la calcia: palo esterno. La sagra dei legni continua con un miracolo di Mengoni su mazzata all'incricio di Ciancio. La palla va a schiantarsi sul sette. Si respira agonismo puro, non mancano i contatti al limite, la tensione cresce e c'è una pioggia di ammonizioni. Sei minuti di recupero, Errico sfiora il pari schiantandosi contro un Mengoni super e Tamburello chiude i conti monetizzando il più classico dei contropiedi. Da segnalare il ritorno in campo, per un quarto d'ora più recupero, a più di nove mesi dall'ultima gara ufficiale, di capitan Laezza, che, all'87', ha pure sfiorato la rete venendo anticipato da Bachini mentre era intento a colpire di testa su invito di De Francesco. Rientro fondamentale in chiave playoff. Domenica 25 aprile, alle 17,30, c'è il Teramo in casa. Recuperare pedine ed energie nervose. Per l'Avellino è già tempo di ripartire, anche se domani gli occhi finiranno, inevitabilmente, sugli altri campi.

Il tabellino.

Vibonese - Avellino 2-0

Marcatori: 19' pt Pugliese, st 51' Tumbarello.

Vibonese (3-5-2): Mengoni; Sciacca, Vergara, Bachini; Ciotti, Cattaneo, Pugliese (40' st Tumbarello), Statella (9' st Laaribi), Mahrous; Spina (14' st La Ragione), Parigi (14' st Plescia). A disp.: Curtosi, Marson, Redolfi, Murati, Falla, Di Santo, Mancino, Fomov. All.: Roselli.

Avellino (3-5-2): Forte; Rocchi (1' st Rizzo), Miceli, Illanes (33' st Laezza); Ciancio, Aloi, De Francesco, D'Angelo (20' st Errico), Adamo (1' st Baraye); Fella, Maniero (33' pt Bernardotto). A disp.: Pane, Leoni, Capone. All.: Braglia.

Arbitro: Monaldi della sezione di Macerata. Assistenti: Niedda e D'Elia della sezione di Ozieri. Quarto ufficiale: Natilla della sezione di Molfetta.

Note: Al 29' st Forte para un rigore a Pugliese. Ammoniti: Fella, Illanes, Aloi, Baraye, Sciacca per gioco falloso; Pugliese per comportamento non regolamentare; Bernardotto e Vergara per reciproche scorrettezze. Angoli:  2-8. Gara a porte chiuse.