Braglia: "È ora di riempire il Partenio, il Bari troverà l'Avellino che aspetta"

Il tecnico non si è sbottonato sull'assetto tattico, ma ecco come potrebbero giocare i biancoverdi

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Avellino.  

Avellino – Bari, scatta il conto alla rovescia. All'antivigilia della gara valida per la diciassettesima giornata del girone C di Serie C, big match del turno, parola al tecnico dei biancoverdi, Piero Braglia: “Partita decisiva? Decisiva è una parola grossa, io sono riuscito a perdere un campionato con 12 punti di vantaggio, ad Alessandria. Lì ho cominciato a capire che i campionati li vinci e li perdi da marzo in poi. Se vinci riapri un po’ tutti i giochi, se perdi diventa tutto più difficile, chiaramente. Siamo in casa nostra e cerchiamo di fare la partita che dobbiamo fare. Se giochiamo ai nostri livelli siamo in grado di battere tutti, ma non dobbiamo scendere di livello. Loro sono partiti meglio di noi, sicuramente. Hanno vinto più partite di noi. Noi abbiamo pareggiato di più all’inizio lasciando punti per strada. I risultati delle altre? Non mi interessano. Se l’Avellino non è concentrato contro il Bari, ditemi voi quando lo sarà. È una partita che si prepara da sola. Se sbagliamo qualcosa ce la faranno pagare perché sono una squadra forte, lo sappiamo. È una partita che si giocherà molto a centrocampo secondo me, perché è lì il loro punto di forza. Vedremo cosa riusciremo a fare”.

A dispetto di quanto ipotizzato in settimana l'Avellino potrebbe confermare modulo e interpreti opposti domenica scorsa, al “Liguori”, alla Turris: “Negli anni in Serie B ho fatto anche il 3-4-3 contro il 4-3-1-2 di squadre come il Cittadella. Mettevo i due mediani in verticale, gli esterni di centrocampo dentro al campo per contenere le mezzali avversarie e gli esterni d’attacco che scendono sui terzini. Questo in Serie B. Io non creo problemi a questi ragazzi, anche perché è l’atteggiamento a fare la differenza, proprio com’è successo a Torre del Greco. Lì abbiamo fatto quello che avevamo preparato, con l’atteggiamento giusto, e siamo stati premiati. Io devo fare in modo di mettere la squadra a proprio agio, non si tratta di snaturare la squadra. Non possiamo permetterci di perdere centimetri in mezzo all’area, dobbiamo pensare anche a questo”.

Poi un focus sulla condizione generale dell'organico: “L’unico ancora indietro di condizione è Scognamiglio. Per il resto, Plescia sta sempre meglio, dopo aver risolto questa infezione; Mastalli non ha mai saltato un allenamento e lavora sempre al massimo, dispiace che non stia riuscendo a ritagliarsi spazio. Carriero ha lavorato bene in settimana, deve crescere di condizione e sono sicuro che tornerà sui suoi livelli. Vediamo lunedì. Di Gaudio? È l’unico giocatore che si sceglie la posizione con me. Agli altri chiedo qualcosa, a lui no. Non gli do mai grandi compiti onestamente, perché è uno che ti vede la giocata, che ti può saltare l’uomo con facilità, quindi, non gli do grandi indicazioni”.

Arriva la capolista: “Il Bari è primo in classifica, meritano tutti di indossare quella maglia. Stanno facendo bene, hanno giocatori di Serie B sia nell’undici titolare sia in panchina come alternative. In difesa hanno comunque gente veloce come Celiento e Pucino, li conosciamo bene, hanno preso un allenatore per fare un certo tipo di calcio. Botta? Non lo vado certo a far inseguire sugli esterni, dove andrà avrà un uomo che lo contrasterà in qualsiasi zona in cui si muoverà. Matera? Secondo me può fare molto meglio rispetto a Torre del Greco. È uno di quelli che ha fatto una buona gara, un po’ come tutti gli altri. Può fare di più, può crescere ancora molto. È un ragazzo un po’ introverso, ma quando va in campo fa sempre il suo. Carriero? Dipende da lui, si deve convincere lui che ogni anno è diverso, non dipende da me. Nulla è dovuto a nessuno, questo lo devono capire tutti. Peppe è un giocatore di sostanza, non di fioretto, quindi se cala sotto il profilo della cattiveria e dell’intensità diventa un giocatore normale. Ora sta bene, direi una bugia se dicessi il contrario”.

Al microfono di 696 TV e Ottopagine.it, il presidente dell'AIA Alfredo Trentalange, ieri ad Avellino per l'inaugurazione della nuova Sezione del capoluogo irpino, si è soffermato sul possibile impiego, futuro, del VAR in Lega Pro: “Avrò già smesso quando succederà, quindi va bene così. Non credo alle favole, credo si possa lavorare di più sulla preparazione degli arbitri, sulla qualità della direzione di gara. Credo sia proprio un problema di qualità rispetto al passato perché prima c’erano i Damato, i Mariani, i Valeri, che poi sono finiti a fare gli internazionali. Ora si aiutano poco anche tra di loro, anche tra quarto uomo e arbitro in campo”.

Tornando alla stretta attualità, la prevendita procede a gonfie vele: “Il pubblico? Mi auguro che riempiano tutto. So che li abbiamo fatti incazzare nel corso della stagione, ma credo sia arrivato il momento che si stringano attorno a questi ragazzi”.

Come si batte il Bari: “Non possiamo permetterci di abbassare l’intensità e l’attenzione. Dobbiamo essere tosti, cattivi, determinati, con la consapevolezza che affrontiamo una squadra forte, ma anche noi abbiamo le armi per giocarcela alla pari con tutte. Abbiamo le nostre qualità e dovremo fare di tutto per sfruttare le nostre occasioni. Ho letto le dichiarazioni dei loro tesserati, ma non mi sembra siano tanto diversi da noi, come gioco e come giocatori. Ogni punizione che non gli danno, vanno in venti attorno all’arbitro, vanno anche quelli della panchina… Quindi, credo si siano adeguati molto bene alla categoria rispetto agli anni passati, questo è un complimento che facciamo al Bari. Se poi troveranno un certo tipo di partita, la troveranno, punto e basta”.