Scandone, giù il sipario ed è già il tempo delle scelte

Verdetto crudele che pone la Sidigas Avellino dinanzi ad un nuovo bivio nell'immediato

Avellino.  

 

di Carmine Quaglia

Un passo indietro costante, prendendo in esame i risultati del triennio, e un finale di campionato amarissimo: d'improvviso, con un doppio tonfo esterno a Trento, cala il sipario sulla stagione della Sidigas Avellino. In Gara 4 la Dolomiti Energia risulta dominante. La Scandone, quasi impietrita per energia, intensità, voglia, dice addio ai sogni Scudetto che forse, mai realmente, sono entrati nella testa di un gruppo che ha risentito fortemente dell'evoluzione stagionale.

Nata per fare bene, prima al termine del girone d'andata e in piena corsa, il roster irpino ha rallentato bruscamente con il passare delle settimane fino ad un passaggio chiave. La sconfitta nei quarti di finale di Coppa Italia, a cui si aggiunge l'eliminazione ai gironi in Champions League, ha segnato in negativo la stagione dei lupi. A Firenze, di fatto, il colpo tremendo e mai assorbito da un gruppo che, da lì in poi, ha palesato difficoltà croniche di squadra e nel gioco e l'incapacità nel superare team di gran valore. In pratica, Avellino non ha mai vinto un match decisivo nella seconda parte di stagione, escludendo dalla lista l'unico punto firmato nella serie dei quarti Scudetto in Gara 2 a porte chiuse e i confronti di Europe Cup che hanno presentato, prima della finale con Venezia, sfide abbordabili.

Firenze fu un punto di non ritorno, Trento è il capolinea di un ciclo tecnico con protagonista coach Stefano Sacripanti che, nell'estate del 2015, con il direttore sportivo Nicola Alberani, ha saputo risollevare la Scandone rilanciandola ai vertici della Serie A, riportandola in Europa, sognando in due occasioni l'accesso alla prima storica finale Scudetto, sfiorando una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana e giocando una finale continentale (la FIBA Europe Cup, la quarta competizione europea). Va rimarcato l'inizio del percorso, ma emerge anche il rimpianto di aver lasciato sola, in bacheca, la Coppa Italia 2008 che resta l'unico trofeo conquistato dalla Scandone in ambito nazionale e internazionale. Un vero peccato a fronte del lavoro tecnico e dirigenziale e dell'impegno economico della Sidigas e del patron Gianandrea De Cesare.

In scadenza di contratto, Sacripanti vede spegnersi a Trento l'avventura con Avellino, piena di momenti esaltanti e chiusa senza un acuto storico, al di là di aver riscritto le pagine dei record societari. Nella stagione 2017/2018, il coach brianzolo ha spesso rimarcato il tema delle pressioni che la squadra non ha saputo reggere dopo il primato dell'andata, ma va sottolineato anche il limite fisico - e non di infortuni - registrato per diversi giocatori, come nel caso di Maarty Leunen e Ariel Filloy, nella seconda parte di stagione e i diversi dilemmi di impiego, per scelte e minutaggi. Veri e propri enigmi motivati anche da un mercato parso bloccato per mesi e poi, improvvisamente, riaperto a pochi giorni dai play off.

L'esperienza di Bruno Fitipaldo in Irpinia esemplifica l'altalena stagionale dei biancoverdi. L'uruguagio, dall'indiscusso valore all'arrivo ad Avellino, messo in discussione con la ricerca di un playmaker avviata già a dicembre, reinserito e rilanciato, ma ondivago nelle prestazioni personali senza mai davvero assumere un ruolo importante nella squadra, ha poi chiuso la stagione anticipatamente prima dei play off all'arrivo di Alex Renfroe per quello che si è trasformato in un "decadale play off". Vicenda simile chiama in causa Dez Wells, ritrovato pienamente nella post-season, e Andrea Zerini, a tratti avulso dal contesto. Senza dimenticare l'evoluzione dei centri della Sidigas con le difficoltà fisiche dall'avvio del campionato (Kyrylo Fesenko, dominante e condizionante) e nel corso della stagione: l'uscita di scena, a febbraio, di Hamady N'Diaye ha ulteriormente scombinato i piani della Scandone che ha prima puntato su Shane Lawal per poi virare nei play off sul neo-arrivato, Patrik Auda, tra i positivi della serie con Trento. Il ceco è risultato brillante nei play off che non sono stati terra di conquista per Jason Rich, fermatosi al titolo di MVP della stagione regolare, mentre nel complesso c'è da sottolineare l'ottimo apporto di Thomas Scrubb e Lorenzo D'Ercole.

Tanti piccoli dettagli, alla lunga, hanno tirato fuori troppo presto la Sidigas dalla corsa play off in una seconda parte di stagione da lenta parabola discendente. Cala il sipario e per la società irpina è già tempo delle scelte. Con la presumibile uscita di scena di Sacripanti, toccherà alla proprietà e al ds Alberani la scelta del nuovo coach e la pianificazione del nuovo roster con la partecipazione alle competizioni europee da definire (il ko di Trento può costare caro anche in ottica iscrizione alle coppe). Tanti aspetti che la Sidigas dovrà valutare con attenzione facendo tesoro degli errori commessi e che hanno limitato lo sviluppo stagionale.