Un chilo di pane che arriva a costare oltre 3 euro contro un chilo di farina che a stento agli agricoltori viene pagato poco più di 25 centesimi. Gasolio agricolo alle stelle nonostante la defiscalizzazione; un chilo di carne che agli allevatori pagano circa 3 euro e 50 centesimi, in macelleria costa ai cittadini ben oltre i 15 euro e contributi a pioggia che non aiutano ma affossano.
“Io non voglio essere pagato per non lavorare” è certamente una delle frasi pronunciate da uno dei tantissimi – circa 500 agricoltori che a bordo dei loro trattori hanno sfilato nel Sannio.
Una maxi mobilitazione - circa 250 i trattori in strada che man mano hanno 'sfondato' anche quota 400 - che non ha avuto eguali in Campania. È infatti dalla provincia di Benevento che si è levato più forte il grido dei contadini che oggi sono diventati imprenditori agricoli contro la loro volontà: “Vogliamo essere solo agricoltori. Siamo imprenditori agricoli sono per colpa della burocrazia che ci uccide e sottrae tempo al lavoro nei campi e nelle stalle. Finanche le comunicazioni via pec hanno solo aggravato la burocrazia nonostante fossero state introdotte per snellire determinate procedure.
L'imponente manifestazione partita dalla Rotonda dei Pentri alle porte di Benevento – dove da cinque giorni c'è il presidio degli agricoltori che sposano le cause del movimento “Riscatto Agricolo” - sta percorrendo la Statale Telesina paralizzata in un senso di marcia. Imponente lo schieramento di forze dell'ordine che sta scortando i manifestanti che percorrono la trafficata arteria a 5 chilometri orari.
C'era da aspettare proteste e polemiche da parte degli automobilisti bloccati o rallentati. Con stupore invece si sono sentiti solo clacson in azione e pollici alzati. Segnali di massima solidarietà e vicinanza a coloro che permettono che sulle tavole degli italiani ci sia del cibo.
Una cetegoria che per decenni è rimasta in silenzio ma che ora da Nord a Sud dell'Italia, dalla Francia alla Germania e in tanti paesi d'Europa, sta facendo sentire la propria voce dinanzi ad una situazione divenuta insostenibili: altissimi costi di produzione, con i rincari indiscriminati di sementi, concimi e gasolio che si scontrano con prezzi di vendita di prodotti ridotti al lumicino.
“Chiediamo solo dignità per il lavoro che svolgiamo dall'alba al tramonto e nelle nostre stalle fino a tarda sera” il messaggio degli agricoltori che chiedono meno burocrazia, no ad un'agricoltura fatta di sussidi e assistenzialismo e un giusto rico0noscimento economico per il grano, la carne, gli ortaggi e i frutti prodotti con il sudore. Fateci vivere in maniera dignitosa come hanno fatto i nostri predecessori. Lavoriamo sodo e guadagniamo...”.
