SCUGNIZZERIA. La tristezza nel giorno più bello

Si torna in B proprio dopo la più bella impresa dell'anno a San Siro

Benevento.  

Torniamo in B. Attenzione al verbo usato. Torniamo nella categoria agognata e sognata per novant’anni. Non è una retrocessione ma un re-impossessarsi di una categoria che ci vedrà sicuramente da protagonisti. Torniamo in quel palcoscenico che solo lo scorso anno ci sembrava così meravigliosamente bello, fantastico che oggi sembra piccolo piccolo. Come si dice, quando ti fai la bocca buona e il palato si affina non è semplice tornare al “pane e mortadella”, ma il nostro “pane e mortadella“ sono stati per decenni i campi di Fasano, Maglie, Pagani, Palma Campania, Avezzano, Sora; già giocare contro Bari, Taranto, Lecce o i derby con Avellino (ah già…per loro non lo è….)  o Salerno facevano diventare la mortadella “sopressata”; figuriamoci adesso essere in B al cospetto di squadre blasonate che si chiamano Pescara, Brescia, Parma, Perugia che di anni in A ne hanno fatti un bel pò. Se poi la Serie A che abbiamo solo assaporato è ad appannaggio solo delle squadre blasonate o aiutate a rimanere lassù per riuscire ad essere in pari con i conti o perché “fanno audience” a scapito del calcio pulito giocoso e gioioso espresso dalle comprimarie, beh…sinceramente che se la tenessero. Si facessero un bel campionato a 8 e ci lasciassero pure fuori dai loro loschi giochini fati di aiutini, di “var pilotate, “ di sudditanze psicologiche reali o presunte. Certo fa male ripartire dopo la notte più bella, quella impensabile in cui abbiamo toccato il massimo vertice del nostro calcio da Provinciale. Espugnare San Siro. Una data, quella del 21.04.2018, che rimarrà nella storia e nei cuori di chi era li e di chi l’ha vissuta da lontano. Espugnare San Siro da praticamente retrocessi fa onore a noi stessi, fa onore al calcio, fa rispetto per una Società che ha provato a rimettere in piedi la baracca mentre altri avrebbero già mollato a Natale. Qualcuno mi diceva che avevamo compiuto la stessa impresa della Cavese, ma quella impresa era stata fatta in Serie B, noi l’abbiamo fatta in serie A. Quattro punti al termine del girone di andata erano una miseria per provare solo a pensare di potersi salvare. Eppure ci abbiamo provato tutti. Dalla Società con acquisti di un certo spessore, alla tifoseria che mai ha mollato di un solo passo continuando incessamente ad essere vicino alla squadra nei numeri, nell’affetto e nelle coreografie, tutti aspetti che hanno suscitato inizialmente incredulità e stupore ma successivamente simpatia e rispetto da parte di tutto il movimento nazionale. Una squadra piccola così (i mai sentiti ci avevano chiamati) che Domenica dopo Domenica ha mostrato il vero lato passionale ed amorevole della sua tifoseria: presente, caciarone, ironica, unica nel comportamento. Il rispetto si conquista e  noi ce lo siamo conquistati sul campo e sui gradoni. E poi sarà un annata che rimarrà indimenticabile; a parte aver espugnato San Siro in una notte da raccontare a nipoti e pro nipoti, ma potremo mai dimenticare il gol di testa di Brignoli che ha fatto il giro del mondo? Potremo mai dimenticare di essere passati in vantaggio a Genoa con la Samp, in casa della Roma , della Lazio , della Juve? ( alla faccia della squadretta piccola piccola). Potremo mai dimenticare sto perticone del Mali col suo tris di doppiette? Siamo l’unica squadra che ha segnato alla Juve nel doppio confronto, mettiamoci pure questo. E poi abbiamo visto a Benevento gente del calibro di Sandro e Sagna. Ragazzi, stiamo parlando di Sandro e Sagna che saltano ed applaudono verso la curva come due ragazzetti felici per aver appena scoperto dove è nascosta la Nutella. Sandro e Sagna, mica Delle Vedove o D’ Isidoro. Gente che ha sposato la causa dopo aver collezionato presenze con la nazionale verdeoro  o sui campi fatati del Regno Unito.  Insomma un insieme di piccole soddisfazioni che rendono meno amaro il ritorno in serie cadetta. Ripartiamo cementificati, forti di un esperienza nella quale non sono di certo mancate delle lacune dovute  ad una inimmaginabile promozione in cui tutto è apparso più grande della nostra dimensione. Lacune che possono e saranno sicuramente limate o eliminate in questo anno. Riprogrammare da subito sarebbe già un vantaggio e costituirebbe il primo tassello di un’annata che si preannuncia tosta, lunga e piena di insidie. Sbaglia chi crede che potremo fare un sol boccone, sbaglia chi crede che saremo l’ammazzacampionato ma sbaglia anche chi crede che saremo solo e soltanto i soliti 3000 o il solito zoccolo duro senza più i doppiofedisti tornati al loro amori primari. Quest’anno ci ha regalato la fierezza delle nostre origini, ha fatto crescere nelle nuove leve un sentimento di appartenenza che prima era sconosciuto ai più, ha fatto esplodere il nostro orgoglio e mostrato il nostro petto in fuori. Io tifo Benevento, Oggi non ho paura di dirlo anche qui al Nord. Non che ne avessi prima. Ma prima ero un “mai sentito”. Oggi mi conoscono. Ripartiamo!!!!

Scugnizzo69