Oltre le parole - Il messaggio di Bucchi

Il tecnico ha provato a scuotere la squadra anche davanti alle telecamere

Benevento.  

Quella di ieri è stata una conferenza ricca di spunti lanciati da Bucchi. Aveva il volto concentrato, non vedeva l'ora di aprire la diga per permettere al fiume di parole di scorrere inesorabile. A volte alzava lievemente anche il tono della voce, a conferma del senso di “incompiutezza” nel vedere una squadra forte non riuscire a fare ciò che dovrebbe. “Voglio dei leoni”, “serve la giocata del singolo”, “provo rabbia nel sentire che non c'è carattere”, "se fossi un calciatore del Benevento mi sentirei un leone in gabbia": se ha strigliato la squadra davanti alle telecamere, immaginiamo cosa abbia detto ai suoi ragazzi nell'intimo dello spogliatoio. A volte per risvegliare certi animi assopiti occorre anche l'eloquenza e il tecnico del Benevento ieri ha utilizzato bene quest'arma, mettendo a nudo diverse problematiche importanti a stampa e tifosi. In fondo anche in passato ha meravigliato tutti lanciando dei messaggi diretti, come quando chiese a chiare lettere l'arrivo di Buonaiuto o disse senza problemi che l'obiettivo è quello di vincere. E' ovvio che quando qualcosa non va per il verso giusto le responsabilità sono soprattutto del tecnico: questo Bucchi lo sa bene, ma il senso di "rabbia" deriva proprio dal fatto che la Strega vale molto di più di quanto mostrato finora. Le parole devono essere accompagnate dai risultati e la trasferta di Carpi rappresenterà un crocevia importante per il campionato dopo la deludente sconfitta contro l'Ascoli. Bucchi ha più volte sottolineato cosa vuole dai calciatori come atteggiamento, evitando errori grossolani e rimonte. Adesso spetta a loro accontentarlo andando a vincere al Cabassi per proseguire il cammino da Benevento e con quella personalità che non deve più mancare. 

Ical