De Falco: "Noi responsabili, ma ora voltiamo pagina"

Il centrocampista di Ancona non si nasconde: "Il primo gol colpa mia, non eravamo tranquilli"

Benevento.  

Non sempre le favole hanno un lieto fine. Quella di Andrea De Falco sembrava perfetta fino al 16 maggio, la sua guarigione appariva come una sorta di miracolo dopo aver rischiato persino di non giocare più al calcio. Fosse arrivata anche la promozione in B il cerchio si sarebbe chiuso come in una magia. Invece in quel maledetto giorno di metà maggio sono cominciati tutti i guai del Benevento: “Più che cominciato – dice realisticamente il centrocampista di Ancona – lì è finito tutto. Drammaticamente. E’ svanito il nostro sogno e si è aperta questa terribile crisi societaria”. Un anno di sacrifici, passato più nelle sale operatorie che sul campo: non era esattamente quello che si aspettava: “Ero venuto con tanto entusiasmo e come tanti altri con un solo obiettivo: tornare in serie B”. La partita col Como ha chiuso ogni porta, senza la possibilità di tornare indietro. “Quello che più mi ha meravigliato è stata la contestazione al presidente. Ci aspettavamo che fosse rivolta alla squadra, perché i responsabili di quella caduta eravamo soprattutto noi giocatori. Invece tutti ad inveire contro il presidente. Io credo che uno come l’avvocato Vigorito ce lo invidiano anche in serie A, non si può far scappare un imprenditore così. L’ho conosciuto solo quest’anno, credo che nessuno tenga al Benevento come ci tiene lui. Ora nessuno sa come si evolverà la situazione societaria, tutti abbiamo cercato di telefonargli per confortarlo e dirgli che i responsabili di tutto siamo stati noi. La rabbia della gente è giusta, ma andava esternata contro di noi non nei riguardi del presidente: siamo stati noi a perdere il campionato”.

Maledetto play off. La partita col Como è stata come una boa in mezzo al mare difficile da aggirare: “Quel giorno abbiamo sbagliato tanto. Vi confido che un Como così non ce l’aspettavamo. Era in uno stato fisico e mentale migliore del nostro. Noi venivamo da un piccolo crollo nell’ultimo periodo, loro arrivavano in accelerata. Tant’è che sono addirittura andati in B. La cosa che ci è mancata maggiormente è stata la tranquillità. Eravamo riusciti a fare la cosa più complicata, quella di segnare un gol ad una squadra molto chiusa, poi però non siamo riusciti a gestire i momenti più difficili nella maniera migliore. E’ inutile nasconderlo, noi non eravamo al top fisicamente e la loro vivacità si è scontrata con la nostra scarsa tranquillità”. Uno stato d’animo che si è trasformato in tanti errori tecnici non procurati, troppi per non pagarli con la sconfitta: “Io penso che quando c'è un insuccesso e un momento negativo ognuno deve prendersi le sue responsabilità: sul primo gol ho sbagliato io ed mi assumo ogni colpa, però mi sento di dire che sul piano dell’impegno abbiamo fatto il massimo che potevamo. Ora anche la piazza deve prendersi le proprie responsabilità e avere la forza di voltare pagina. Anche tra marito e moglie si vivono momenti di tensione, ma non è che ogni litigata porta inevitabilmente al divorzio. Basta capire gli errori commessi da ognuno”.

Il futuro. “Dipende dalla società: in base a cosa accadrà capiremo le scelte che si potranno fare. Se ci sarà ridimensionamento o si continuerà sulla strada tracciata e si darà continuità al progetto”. Incertezze ovvie, ma De Falco ha la sua idea: “Io continuerei, penso che quest’anno potrebbe essere addirittura più semplice dell’anno scorso. Dare continuità a questo gruppo ci consentirebbe di fare ancora un campionato importante e lottare per la vittoria. Ma mi rendo conto che non è momento di fare congetture e proclami. Si deve solo lavorare a fari spenti e con la massima umiltà”.

Qua la mano. Tifoseria arrabbiata e sfiduciata: come si esce da questa situazione? “E’ la prima cosa da fare: ricucire lo strappo che c’è stato coi tifosi e questo solo con l’equilibrio giusto si può fare. Il nostro primo obiettivo, se si dovesse ricominciare dallo stesso gruppo, dovrà essere riconquistare i tifosi e la città, dando sempre il massimo. Sbagliando si impara a qualsiasi età: allora mettiamo un bel punto e guardiamo avanti senza voltarci indietro. E soprattutto senza pensare quanti play off sono stati persi: se pensi sempre a quello, vuoi o non vuoi ne sarai condizionato. La parola d’ordine sarà vita nuova, l’obiettivo quello di vincere”.

Vacanze di lavoro. Per Andrea De Falco saranno vacanze diverse queste. Lui aveva recuperato una condizione fisica accettabile proprio nel rush finale, ora c’è bisogno di lavorare ancora: “Fisicamente mi sento bene, sono tornato al centro di riabilitazione che mi permette di arrivare al prossimo anno nel migliore dei modi. Ho chiuso un anno molto particolare e difficile, ho solo voglia di giocare il più possibile e fare quante più partite potrò. So di dover fare qualche sacrificio in più e qualche giornata al mare in meno. Ma credo che ne valga la pena”.

Franco Santo