La Strega è in "mani sicure"

Il riscatto di Paleari consente al Benevento di ripartire da uno dei portieri più forti della B

la strega e in mani sicure
Benevento.  

Alla fiera dei sogni, la cosa più saggia è sempre quella di affidarsi a mani sicure. Quelle che ti impediscono di cadere quando le forze ti vengono meno e ti danno certezze quando il futuro si fa improvvisamente buio.

E più mani sicure di quelle di Alberto Paleari, in questo momento non ne conosciamo. Se è vero che alla base di ogni ripartenza c'è sempre una progressione numerica, il Benevento riparte anche formalmente dal suo numero uno.

Paleari, numero uno, lo è in tutti i sensi. Era nella top list dei quattro portieri della B, lo ha scavalcato solo Carnesecchi, il “millennial” che ha vinto il campionato a Cremona e che è di proprietà dell'Atalanta. Ma in tanti lo avrebbero visto anche sul podio più alto della graduatoria.

Anche dopo una stagione che ha portato con sé non pochi tormenti, il portiere di Giussano ha saputo tener fede alla sua fama che lo vuole tra i portieri più bravi della serie B. Per la cronaca lui la medaglia del migliore se l'è già appuntata al petto al termine della stagione 2018-19, quando col suo Cittadella perse la serie A sul filo di lana a vantaggio del Verona. Quell'anno giocò tutte le partite nella stagione regolare e fu il secondo portiere meno battuto con 38 gol subiti, cogliendo anche 12 clean sheet, più due nei play off (uno dei quali nello 0-3 del Vigorito nella semifinale): al termine della stagione fu premiato dagli allenatori della B come miglior interprete del suo ruolo. Stesso “score” di quest'anno, nel quale ha confermato i 12 “clean sheet” più i due nei play off (ad Ascoli e contro il Pisa al Vigorito). L'anno scorso lo prese il Genoa ed ebbe modo di esordire finalmente in serie A, pur essendo per tutta la stagione il “dodicesimo” di Perin. Esordio contro il Parma, poi altre due presenze contro Fiorentina e Cagliari. Una curiosità: lui il profumo della A lo aveva già sentito nel 2010-11 quando Allegri lo volle nel terzetto dei portieri nel suo Milan, dopo Abbiati e Amelia. Per la cronaca quel Milan vinse lo scudetto al termine della stagione e Alberto, pur senza giocare, si ritrova il tricolore nel suo palmarès.