Ecco la Pappessa della religione più divertente del mondo

Il Pastafarianesimo è una religione a tutti gli effetti. Ma laica. Abbiamo sentito la Pappessa.

Emanuela Marmo, salernitana, ci spiega il mistero del Prodigioso spaghetto volante e il significato sociale e culturale del Pastafarianesimo. Una religione che raccoglie sempre più adepti. Leggete e capirete perché.

Probabilmente siete disorientati, non sapete di cosa io stia parlando. Eppure, il pastafarianesimo è tra le religioni che più si stanno diffondendo al mondo.

Nel 2005 Bobby Henderson ha rivelato l’esistenza del pastafarianesimo per protestare contro il consiglio per l’istruzione del Kansas che aveva deciso di insegnare il creazionismo nei corsi di biologia come alternativa alla teoria dell’evoluzione. Henderson chiedeva che alla sua religione fosse concesso lo stesso spazio dato allo studio delle altre.

Secondo Henderson, il mondo è stato creato da un Prodigioso Spaghetto Volante durante un’intossicazione alcolica. Il Prodigioso non è altro che un piatto di spaghetti con le polpette, che sul Monte Sugo dettò al profeta pastafariano, il Capitan Mosey, gli Otto Condimenti, conosciuti anche come gli “Io preferirei davvero che tu evitassi…”.

I pastafariani terminano le loro preghiera dicendo “Ramen” invece di “Amen”, indossano vestiti da pirati e credono in un paradiso in cui vi è una fabbrica di spogliarellisti e un vulcano di birra.

“E’ impossibile che tutto questo sia preso sul serio, il pastafarianesimo è solo una religione parodistica”, pensano in molti. Ma si sbagliano, e ce lo spiega Emanuela Marmo, componente della Chiesa Pastafariana Italiana.

“Mi occupo di satira dal 2003 e uno degli argomenti più interessanti trattati dalla satira è quello religioso. Quando nel 2005 Bobby Henderson rivelò l’esistenza del pastafarianesimo per me si trattò di seguire il primo movimento satirico in forma di religione. Poi, venuta a conoscenza della Chiesa Pastafariana Italiana, accadde il birracolo, fui toccata dalle sacre appendici del Prodigioso e fui pastezzata. In breve tempo fui nominata Frescova di Salerno. Da allora la mia pannocchia è cresciuta e pochi giorni fa, in occasione dell’Immacolata Colazione, il Concistoro della Chiesa Pastafariana Italiana mi ha eletta pappessa.”
Forse vi verrà da ridere. Ma aspettate.

“Il pastafarianesimo non è affatto una religione parodistica. Noi non facciamo la parodia delle altre religioni, noi siamo una religione come le altre - spiega Emanuela -. C’è una differenza, però, tra noi e loro. Noi desideriamo una società pienamente laica. La predilezione per una forma comunicativa improntata all’ironia discende da due fondamentali virtù pastafariane: il senso critico e la gioia di vivere.”

Lo scopo dei pastafariani è quello di elevarsi a pirati, che oggi sono molto rari (motivo per cui accadono disastri naturali sempre più spesso).

“Risvegliare il pirata che è dentro di noi significa abbracciare una vita che vive la spiritualità rifiutando la rigidità del dogma, significa intraprendere azioni coraggiose e originali per conquistare spazi e mentalità che sostituiscano la tradizionalità degli stereotipi con i valori dei sentimenti.

Coraggio e originalità sono nei modi di relazionarsi agli enti pubblici, ai soggetti politici, alle autorità, le quali vengono rispettate ma al tempo stesso messe di fronte alle loro incoerenze. Lo facciamo attraverso perfomance satiriche.

Originalità e coraggio sono ingredienti fondamentali nella presa di posizione rispetto a temi che non possono essere affrontati passivamente: libertà sessuale e riproduttiva, libertà di espressione, libertà di scelta nel trattamento del fine vita.

Nessun pirata è un eroe. Ma il coraggio non è degli eroi. È degli uomini liberi - continua -. La pannocchia di Como ha risposto all'emergenza immigrati lavorando nel vuoto di responsabilità istituzionali; le tagliatelle in piedi in tutta la nazione hanno contrastato la capacità di influenza delle sentinelle senza generare conflitti o intolleranza, proprio grazie all'ironia; la pannocchia campana attraverso perfomance come "i pirati che ridono" o del "piccolo coro pastafariano" ha sperimentato modi nuovi di dialogare. Sono tentativi originali di vivere con impegno la partecipazione a temi sociali dai quali dipende la felicità delle persone.

Quando riceviamo il pastezzo, noi assumiamo un atteggiamento critico e libero verso i nostri stessi riti. Le nostre verità sono autentiche, vere fino a prova contraria. Perché la nostra prima fede è nella capacità di autodeterminazione dell’individuo, di essere etico appunto come cittadino libero.”

Vedete? A differenza di quello che si crede, il pastafarianesimo è una religione dai principi molto chiari e ammirevoli, che ha riti specifici:

“Ogni volta che mangiamo, noi celebriamo messa. Il cibo è una componente concreta e simbolica importante. Il cibo nutre, è indispensabile, ed è fonte di piacere. Mangiare significa convivialità e condivisione. Questi sono tutti valori pastafariani, confermati dai nostri Otto Condimenti. Per effetto della transustanziazione, tutto ciò che ingeriamo diventa Spaghetto.

Inoltre, ci sono incontri sacri, come i beverdì. Ci sono incontri legati a ricorrenze, come il capodanno pastafariano, il mese dell'orgoglio pastafariano, o l'Immacolata Colazione. Ci sono le riunioni di pannocchia che possono avere scopi gaudenti o di accoglienza di nuovi pirati. Celebriamo pastezzi, pastrimoni (si possono unire in pastrimonio coppie e anche più persone in poliamore), enorcismi. Una volta all’anno c’è il raduno nazionale, poi ci incontriamo sul campo di battaglia: le piazze per le manifestazioni importanti, le sale dove si tengono dibattiti e conferenze, le sedi di associazioni a cui ci uniamo.”

La Chiesa Pastafariana Italiana è molto seguita, la sua pagina Facebook conta 27 mila followers, e si sta attivando affinché il pastafarianesimo venga riconosciuto come religione dallo Stato, come è successo in Nuova Zelanda e in Olanda, ma il cammino non è semplice, come conferma Emanuela.

Ebbene, il pastafarianesimo è molto più di quello che apparentemente sembra, ed ha avuto la capacità, per Emanuela, di creare rapporti molto stretti, e le ha permesso di diventare Pastefice Massimo, ruolo concepito sicuramente differentemente rispetto a quello di Papa a cui siamo abituati: alla maniera pastafariana.

“Divento pappessa dopo un’esperienza di pannocchia intensa, che sarebbe stata impossibile senza i miei pirati, Capitan Pacchero Arraganato, Capitana Mezzamanica allo Scoglio, Ciecatella Incazzata, Bucatino Incazzato, Lasagna di pesce, Cucchiatella Favolosa, Gnocchetta pepata, e Pizza quattro formaggi, il primo ministro di culto campano dopo di me. Sono la forza vitale a me più necessaria: quella dell'amicizia.”

Abbiamo tutti sognato di essere pirati, come se l’avventura fosse una prerogativa della fantasia -conclude Emanuela-. Invece lo è della vita”.

Ecco il primo discorso ufficiale di Emanuela (conosciuta anche con il nome di Scialatiella Piccante) come Pappessa ai pastafariani.

Vittoria Marcucci

(studentessa del Vivaio di Ottopagine, il corso di giornalismo multimediale organizzato nell'ambito dell'iniziativa scuola/lavoro)