Per la partita contro il Genoa, in programma domenica 11 maggio alle 20.45, ci fa sapere Pierpaolo Matrone su Tuttonapoli.it, che "in sole due ore dall'apertura delle vendite, il Maradona ha registrato il sold-out, con oltre 80.000 persone in coda virtuale". Sarebbe quello prossimo così "l'ottavo sold-out consecutivo e il tredicesimo della stagione, evidenziando la crescente richiesta di biglietti, che spesso raddoppia rispetto all'offerta".
A rincarare la dose dell'entusiasmo è stato anche il Corriere del Mezzogiorno secondo il quale "il Napoli ha già accolto 863.969 spettatori in casa, con una media di 50.822, un picco di affluenza che si è avuto nella sfida contro l’Inter, con 53.851 tifosi, e circa 26 milioni di euro finiti nelle casse del Napoli di Aurelio De Laurentiis". Ecco è questo il vero "miracolo" di Antonio Conte nel campionato di serie A 2024-2025, aver riportato l'entusiasmo in una piazza altrimenti demoralizzata dalle sciagure della stagione precedente e averlo fatto senza incantare né entusiasmare. Ciò contraddirebbe quello che lo stesso tecnico salentino aveva affermato, e cioè che il tifoso napoletano "diventa cattivo se non vince".
I supporters azzurri, infatti, sono rimasti accanto alla squadra anche quando non vinceva né appassionava, dimostrando di essere più maturi di quanto lo stesso Conte poteva e possa tuttora pensare, tanto da far ritenere che il "miracolo" alla fine più che da ascrivere a lui sia da attribuire all'amore del tifo partenopeo per la loro squadra del cuore e al contributo non indifferente del santo patrono, San Gennaro, che nei non pochi momenti di difficoltà di questa stagione c'ha messo del suo per confondere, rallentare o svagare le avversarie di turno. Nel pensiero collettivo circola, però, ancora una terza possibilità, ed è che non trattasi di miracolo umano o soprannaturale - con quei calciatori poi, finiti per molti ancora prima che il torneo iniziasse, e senza più i migliori della corsa scudetto di due anni fa, Kvaratskhelia e Osimhen - ma di semplice concomitanza di eventi fortuiti e fortunati, che vanno dell'esclusione degli azzurri da ogni altra competizione (e con la settimana tipo per conoscersi e migliorarsi) e dalla possibilità di sfruttare al massimo i (pochi) rincalzi a disposizione, anche quelli su cui il rinomato tecnico azzurro aveva fatto poco o nessun affidamento. Pertanto, tolti coloro che proprio sono stati considerati scarti per definizione (vedi Okafor), sempre di "miracolo" si è trattato, quello "della moltiplicazione dei pani e dei pesci".