Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Quelle panchine incerottate simbolo del degrado

Vandalismo ed incuria

quelle panchine incerottate simbolo del degrado

Nessuno vuole stare in panchina: nella vita, nella politica e nello sport. Difficile che in una squadra gli esclusi dalla formazione titolare accettino di buon grado di non far parte del gruppo di coloro che sono stati scelti per andare in campo dall'inizio. Devono fare buon viso e cattivo gioco perchè le regole glielo impongono. Zitti, dunque. Ma nessuno accetta volentieri di farsi mettere da parte, ed è normale che combatta per un posto in prima fila e non in quelle che seguono, che pure vanno occupate.

La panchina risulta buona in un momento di relax, quando decidi di sederti su di essa e, magari, goderti il sole al parco o in strada. Per il resto, profuma di pensione, di giornate di inattività da riempire con qualche amico a far chiacchiere; o, ma in casi sporadici, di romanticismo, come luogo d'incontro tra innamorati; o, infine, di sosta lungo un viaggio interrotto che si punta, avendo pazienza, a riprendere.

Quale che sia la funzione che ciascuno le assegna, la panchina va comunque rispettata. E' un bene della collettività, a nessuno è permesso di devastarlo o di insozzarlo. Ed invece capita molto spesso, purtroppo, che il vandalismo non la risparmi, creando danni che si aggiungono a quelli provocati dall'incuria e dalle intemperie. Basta un giro veloce tra via Flora e via De Caro per rendersene conto, per diventare testimoni del degrado del quale sono rimasti vittime quei sedili installati in aiuole disseminate dai segni dell'inciviltà che le lorda senza soluzione di continuità.

Se transitate da quelle parti e vi frulla nella testa l'idea di accomodarvi per qualche minuto, occhio. Mancano alcuni degli assi che le costituiscono sia orizzontalmente, sia verticalmente. Sono diventate monche e, ovviamente, potenzialmente rischiose. In attesa che vengano sostituite – accadrà?-, restano lì. Incerottate, avvolte nel nastro bianco e rosso che normalmente delimita la scena di un crimine. Potessero, quelle panchine griderebbero la loro rabbia.

Fanno bella mostra di sé, monumenti di trascuratezza ed indifferenza. Eppure, la panchina dovrebbe essere curata e tutelata. Perchè, prima o poi, a tutti toccherà adagiarvi le proprie terga.