Fuori dal coroil commento di Enzo Spiezia

Un papà non si abbandona, io mi farei uccidere per lui

Quel dito puntato è roba da vigliacchi

Mi sarei fatto ammazzare per mia madre che, purtroppo, non c'è più. Mi farei ammazzare per mio padre e per la mia famiglia. Li difenderei sempre e comunque, anche se dovessero sbagliare. Può capitare, nessuno è esente dal rischio di finire nei guai. Anche se l'educazione ricevuta ha impresso nel Dna i valori del rispetto delle regole e dell'onestà. Spero, ovviamente, non accada mai. Nel caso contrario, non farei il vigliacco. Starei al loro fianco, cercherei di aiutarli, e non come presunto complice.

Ecco perchè trovo stomachevole – è l'aggettivo meno offensivo - lo spettacolo che puntualmente va in onda ogni volta che un personaggio pubblico – e in questo caso il riferimento non è solo alla stringente attualità – parla dei propri genitori quando vengono 'sgamati' rispetto a presunte violazioni che avrebbero commesso. La loro espressione, quasi sempre sorridente, diventa all'improvviso contrita, quella di chi va incontro ad un rito penitenziale al quale la massa l'ha preventivamente destinato solo sulla base dell'appartenenza genetica. Come figlio di.

Una vergogna, l'eredità di un'idea malsana secondo la quale le colpe dei papà ricadono sui figli, urlata soprattutto da coloro che negli anni hanno guadagnato fama ed onori strillando contro gli altri, accusandoli di essere 'il male assoluto', rivendicando una diversità morale che non esiste. Meglio: che esiste indipendentemente dall'appartenenza ad un partito, ad una lobby, ad una bocciofila.

Ad un tratto, però, in una sorta di contrappasso, quel 'processo' si presenta a 'parti invertite': con l'accusatore, quello con il dito perennemente puntato, che finisce sul banco degli 'imputati'. E non per aver combinato qualcosa, ma perchè sarebbe stato il padre a combinarla. Un meccanismo infernale ed incivile che spazza via il principio della responsabilità personale ma 'soddisfa' le zone più buie delle visceri di una opinione pubblica che la propaganda interessata, finalizzata a creare carriere dal nulla, ha allenato al rancore e alla vendetta come armi attraverso le quali sfogare rabbia e frustrazioni.

Ma il papà resta sempre il papà. Non puoi additarlo, non puoi abbandonarlo e scaricarlo perche speri, in questo modo, di restare nel novero delle 'vestali' nel quale ti sei autoincluso. Questa è roba da vigliacchi.