“Utilizziamo il risparmio delle famiglie per promuovere il futuro dell’economia, partendo dalle esigenze delle imprese attraverso finanziamenti mirati e/o l’ingresso nel capitale di rischio”.
“CDP Equity Spa è un investitore di lungo periodo che acquisisce quote prevalentemente di minoranza in imprese di “rilevante interesse nazionale”, in situazione di equilibrio economico, finanziario e patrimoniale e che abbiano adeguate prospettive di redditività e di sviluppo, idonee a generare valore per gli investitori”.
Questi sono gli assunti, i requisiti preliminari, le precondizioni – chiamatele come volete - sulle quali la Cassa Depositi e Prestiti (altro non è che il forziere che contiene tutti i depositi su Poste Italiane) basa i suoi interventi.
L'Alto Calore ha una sofferenza, una perdita, una defaillance, una quisquiglia – chiamatela come volete – di 120 milioni di euro.
E' una società pubblica, partecipata al 100% da comuni irpini e sanniti, ma la montagna di debiti che ha creato è una situazione di “equilibrio economico, finanziario e patrimoniale... con adeguate prospettive di redditività”?
Delle due l'una. O è una società decotta, una idrovora mangiasoldi, e quindi è giusto che il mercato la accompagni alla porta; o è una società che può creare redditività in una situazione di equilibrio economico: ma a quel punto ci sarà pure un nome, un solo nome al quale chiedere conto della montagna di debiti messi insieme?
Michelangelo Ciarcia, il manager cui è stato affidato il destino dell'Alto Calore, per ottenere il prestito ponte dalla Cassa Depositi e Prestiti (se questa cosa sarà possibile, tutto lo scenario delle partecipate pubbliche è destinato a imbarbarirsi) ha cercato di dimostrare, mettendo nero su bianco conti e programmi, che è il secondo scenario a essere prevalente.
Noi non ce lo auguriamo.
Se l'Alto Calore avrà i soldi per tirare a campare, non ci sarà più una sola società partecipata ad avere un freno contabile. La stessa Cassa Depositi e Prestiti, con i 50 milioni dati all'Alto Calore, avrà aperto un rubinetto che trascinerà in una zona ad alto rischio ogni risparmio messo insieme dagli italiani.
E tutto questo, è bene che si sappia, con l'aiuto di Carlo Sibilia, sottosegretario del Movimento 5Stelle, l'uomo che per una questione di principio ha fatto chiudere il cantiere della Lioni-Grottaminarda.