Dicono che la nomina di Renato Pizzuti ai vertici dell'azienda ospedaliera di Avellino sia stata salutata con un fragoroso applauso in più di un reparto del vecchio ospedale Rummo.
Pizzuti ha assistito impassibile (o scientemente realizzato secondo molti) allo svuotamento dell'ospedale beneventano, dal quale sono letteralmente fuggiti gran parte dei primari che erano riusciti a tenerne alte le prestazioni fornite: illuminanti le opinioni di Husher, Del Donno, Elio Franco, solo per citarne alcuni.
In Campania è l'unico manager contro il quale sono state organizzate raccolte di firme per allontanarlo, costringerlo alle dimissioni: chiedere al sindaco Mastella.
Epocali sono le girandole del manager nel corso della crisi dell'ospedale Sant'Alfonso Maria De Liguori di Sant'Agata de' Goti, il cui pronto soccorso (quindi la salute dei cittadini) è stato oggetto di un furioso mercato. Solo una ribellione dei cittadini (mamme incatenate per diversi giorni) è riuscita a evitarne l'epilogo tracciato.
Pizzuti, ovviamente, in quel frangente è stato totalmente sincrono con palazzo Santa Lucia, schiacciato nell'esecuzione degli ordini anche se questi presupponevano che l'accorpamento dell'ospedale di Sant'Agata al Rummo, e quindi la creazione dell'azienda ospedaliera San Pio, avvenisse di fatto con una pesante riduzione di posti letto a Benevento e a prezzo della chiusura del pronto soccorso del Sant'Alfonso.
La fedeltà mostrata alla linea del governatore De Luca, il quale pervicacemente parlava di piano di rilancio salvo poi ricredersi di fronte la rivolta popolare, adesso porta Pizzuti all'azienda ospedaliera Moscati.
Una promozione, senza dubbio. Una scelta operata per favorire la buona sanità delle “zone interne” sicuramente.
Pizzuti è Pizzuti e questo è il Pd che premia il merito in Campania. Questo è De Luca che si prepara alle elezioni dell'anno prossimo.
