Perle di vetroil commento di Federico Festa

Il Pd di Avellino è come Zazà, non si sa dove sta

Non una parola sul consiglio potenzialmente infiltrato dalla camorra

il pd di avellino e come zaza non si sa dove sta

Gli arresti operati dalla Direzione distrettuale antimafia, ma soprattutto le società e i sequestri effettuati, hanno lambito rendite politiche che in consiglio comunale non sono insignificanti. Il Pd su questa inchiesta non parla, non si esprime, non prende posizione.

Il Pd di Avellino è come Zazà, non si sa dove sta.

È un ecoplasma la cui presenza viene evocata un paio di mesi prima di qualche tornata elettorale. Quando spuntano capi, capetti, correntisti e programmi. Sempre gli stessi. I capetti, intendiamo. E anche i programmi. Poi, rimediata la bastonatura che si deve ai vecchi tromboni che non hanno più nulla da dire e tutto da prendere, il Pd riscompare.

Ora c'è anche un commissario che è stato messo a vigilare sui fantasmi. Contenti loro.

Il giorno in cui l'intera provincia si risveglia consapevole di essere nelle mani della camorra gli unici a indignarsi, a dire qualcosa, sono gli esponenti dell'associazione Controvento, gli stessi che il Pd ha provveduto a tenere ben lontani dalle amministrative.

L'operazione contro il clan Partenio, la sua nuova articolazione, è una foto vecchia: le indagini risalgono alla fine del 2017 e i primi mesi del 2018. Se per la politica un anno è un'era geologica, figuriamoci per la camorra.

Da quando il sindaco Ciampi è stato mandato a casa, e con lui l'intera strategia politica di Carlo Sibilia, su chi e come si sono riorientati i voti nelle mani della criminalità organizzata? Chi hanno sostenuto una volta venuto meno l'apporto diretto di Damiano Genovese, il cui salto di qualità (la candidatura a sindaco) è fallito ma solo per una imperizia burocratica, procedurale?

Per la Lega, Sabino Morano ha proposto il volto di Biancamaria D'Agostino, che ha lasciato il posto in consiglio comunale dopo un “invito” a farlo venuto da parte di Damiano Genovese. Cosa c'è dietro queste dimissioni?

Di più. L'agitazione nei quartieri, gli stessi che esprimono (da sempre) i campioni di preferenze, è figlia di cambiali in bianco che ora devono passare all'incasso?

Un partito della legalità, un partito che ha governato senza soluzione di continuità, dovrebbe prendere posizione, mettere insieme una dichiarazione, non di convenienza?

Riteniamo di sì. Ma pensate, a poche ore dagli arresti, un nome a caso nel Pd, Umberto Del Basso De Caro (che si autosostiene punto di riferimento in città) al contrario si è abbondantemente espresso sulla necessità di allearsi con Dema e i 5Stelle, creando le condizioni per lasciare a piedi il governatore De Luca.

Argomento interessantissimo di fronte a un consiglio comunale “potenzialmente” infiltrato dalla camorra. E qui torna il dilemma: ma lui, De Caro, saprà dove sta Zazà?