Salernitana: Arechi, da fortino a tallone d’Achille

Granata in difficoltà davanti al proprio pubblico, ieri minimo stagionale di presenze sugli spalti

Salerno.  

La Salernitana perde il suo fortino e scivola fuori dalla zona play-off che aveva riagganciato con la vittoria conquistata alla ripresa del campionato sul campo del Palermo. La squadra di Gregucci, infatti, sta palesando evidenti difficoltà a costruire gioco e a fare risultato dinanzi al proprio pubblico. Una pericolosa inversione di tendenza rispetto alla prima parte di stagione quando l’impianto di via Allende era stato il punto di forza del cavalluccio marino.

Nelle ultime cinque disputate all’Arechi, la Salernitana ne ha perse tre (Brescia, Pescara e Lecce) e vinte due, conquistando appena 6 punti dei 15 a disposizione. Ben diverso era stato l’andamento nella prima parte di stagione quando Bocalon & co. erano rimasti imbattuti dinanzi al proprio pubblico, collezionando quattro vittorie e due pareggi (14 punti in 6 partite). «Bisogna migliorare la condizione psicologica, perché è evidente che subiamo delle pressioni - ha ammesso dopo il 90’ della sfida con il Lecce, Angelo Gregucci -. All’Arechi, quando subiamo un minimo episodio che ci mette in difficoltà, proviamo a velocizzare giocate, sbagliando passaggi semplici».

Limiti su cui il tecnico dovrà lavorare intensamente per provare a recuperare quella mentalità che aveva contraddistinto la prima parte di stagione. Gregucci, tra l’altro, dal suo arrivo sulla panchina del cavalluccio marino è riuscito a fare meglio fuori casa, dove ha conquistato 4 punti in 2 partite. Le difficoltà casalinghe, abbinate a una serie di risultati altalenanti (nelle ultime 10 i granata hanno conquistato 6 sconfitte, 1 pareggio e 3 vittorie) hanno dilapidato il clima d’entusiasmo che s’era costruito attorno alla Salernitana. Ieri l’Arechi ha fatto registrare il minimo stagionale con appena 7713 spettatori presenti sugli spalti, di cui 4085 abbonati. Pubblico che, sia all’intervallo che al triplice fischio, ha fischiato sonoramente la squadra, scagliandosi contro la proprietà e la dirigenza con cori di contestazione.