Pochi indizi sulla formazione ma tanti spunti di riflessione. Il test con la Primavera ha permesso alla Salernitana di fare il carico di energia e motivazioni in vista della sfida cruciale di sabato con il Modena. Un allenamento a porte aperte importante per Roberto Breda anche di poter testare la condizione del suo gruppo. Se sull’undici che inizierà la sfida sabato all’Arechi ci sono pochi dubbi (Ghiglione è insidiato da Stojanovic per il ruolo di esterno destro), importanti sono anche le riflessioni che il tecnico granata porta avanti in due ruoli chiave.
Il primo è in mezzo al campo, con Lorenzo Amatucci che ha preso parte alla sgambatura solo nell’ultimo mini-tempo ma con il freno a mano tirato. Il regista è in debito d’ossigeno, porta i segni di una stagione vissuta sin qui da insostituibile. Sulla sua testa pende anche la pericolosa tagliola della diffida che lo accompagna da settimane. Ieri Breda ha prima schierato Hrustic in cabina di regia con Soriano e Zuccon ai suoi lati, per poi passare al 3-4-2-1 con cerniera centrale composta da Tello e Caligara.
Discorso diverso invece in difesa. Ieri Gian Marco Ferrari è sceso in campo nel terzo spezzone del test in famiglia con la Primavera. Al suo posto Breda ha provato a lungo Guasone. L’argentino fin qui è stato oggetto misterioso, unico dei nove acquisti di mercato non ancora sceso in campo. Breda lo ha schierato al centro del terzetto difensivo, seppur la gerarchie premi Ferrari, Bronn e Lochoshvili. Tutti e tre però sono alle prese con lo status di diffidati e in caso di ammonizione dovrebbero fermarsi per un turno.
E poi ci sono le gerarchie offensive. Breda vuole affidarsi ancora a Cerri e Verde, ieri in gol nel test con la Primavera. Insegue Raimondo, anche lui alla ricerca di spazio. E alle spalle del terzetto? Breda ieri ha provato a lungo la prova Braaf-Wlodarczyk. Il polacco ha scavalcato nelle gerarchie Simy, rimasto a guardare.
