“Retrocedere con una media da promozione sarebbe stato davvero pesante da mandare giù”. Pasquale Marino è uomo di poche parole ma centrate, giuste, mai banali. Le stesse che ha rivolto allo spogliatoio della Salernitana quando, dopo l’amaro derby di Castellammare di Stabia con tanto di contestazione al ritorno della squadra in città, entrò per la prima volta al Centro Sportivo Mary Rosy da quarto tecnico stagionale. Il feeling immediato, il merito di essere entrato nella testa dei calciatori, cercando di inculcare pochi concetti di gioco, modificare l’assetto offensivo (“Ora abbiamo tre riferimenti e questo ci aiuta così come un’idea collettiva di offendere”, parola di Amatucci nel post Salernitana-Mantova), infondere tranquillità e allo stesso tempo motivazioni ad un gruppo apparso spompo, rassegnato. “Ai ragazzi vanno gli elogi più importanti perché mi hanno seguito dal primo istante”.
Le scelte forti
L’esperienza poi ha fatto il resto. Il siciliano non si è esaltato dopo successi pesanti, quello con il Mantova aveva permesso addirittura di rivedere la Salernitana fuori dalla zona salvezza, né dopo i crolli spaventosi, quello di Genova con la Samp fu un colpo durissimo. Ha resistito, non ha perso fiducia e soprattutto ha inciso. Le scelte roboanti di formazione nella sfida con il Cittadella ne sono un chiaro segnale: fuori Soriano, Verde e Cerri, leader tecnici ed emotivi della squadra. Dentro Caligara, Hrustic e Simy, gli ultimi due determinanti per il successo del Tombolato. “Dal primo giorno ho detto che non ho preclusioni per nessuno: servono tutti per salvarci”, la chiosa nel post-Cittadella.
Prima i playout, poi il futuro
Il giusto mix di tranquillità, adrenalina e passione che hanno convinto la società lo scorso aprile e che ora possono rappresentare un nuovo punto di partenza. “Ho firmato un triennale: aprile, maggio e giugno”, ammise il tecnico nella conferenza stampa di presentazione. La Salernitana però ora tifa per la salvezza e poi si siederà al tavolo per proporre una riconferma. Prima però la doppia sfida col Frosinone, completare l’opera per poi costruire insieme il futuro.
