Avellino, corsa a quattro per la carica di direttore generale

Tra stasera e domani summit tra la proprietà, Bucaro e Musa in vista della stagione 2019/2020

Avellino.  

Ottenuto il via libera da Palazzo di Città per la proroga della delibera per l'utilizzo del “Partenio-Lombardi”, che sarà formalizzata con le firme di rito lunedì prossimo, salvo anticipi, l'Avellino si prepara a tuffarsi definitivamente nella stagione 2019/2020. Tra stasera e domani è, infatti, in programma un summit tra la proprietà, il direttore sportivo Musa e il tecnico Giovanni Bucaro, che dovrebbe culminare, a meno di clamorosi colpi di scena, con il “nero su bianco” sui contratti per sancire la permanenza di entrambi in Irpinia: pressoché scontata quella dell'allenatore, lievemente più in bilico quella del giovane dirigente. Gianandrea De Cesare stravede per lui, ma Musa sta dimostrando di avere idee chiare e personalità; ha invocato, in tempi non sospetti, di essere affiancato da un direttore generale che non sia ingombrante e limitante per ciò che concerne le sue libertà di scelta ed operatività sul mercato. Bruno Iovino rappresenterebbe, in tal senso, il profilo ideale, così come una chiacchierata soluzione interna: un componente dello staff, che ha già lavorato per tutta la stagione a stretto contatto con lo stesso Musa. Decisamente più problematica, almeno sulla carta, una eventuale coesistenza con Massimo Varini, diesse in uscita dalla Pro Vercelli, seguito dalla Reggio Audace, ma sempre in pole position per un incarico in Irpinia e Salvatore Di Somma, sponsorizzato dal presidente Claudio Mauriello, che per lui nutre grande stima. Qualora la scelta dovesse ricadere su uno degli ultimi due nomi appena citati, il rischio, da scongiurare, sarebbe quello, come detto di "calpestare i piedi" di Musa. Un aspetto non così scontato, pur definendo in maniera netta i perimetri d'azione delle varie parti in causa, data l'esperienza e i contatti maturati negli anni da entrambi gli addetti ai lavori, che potrebbero prendere il sopravvento in maniera pressoché fisiologica nello sviluppo delle dinamiche di mercato. Si vedrà. L'unica certezza è che è davvero arrivato il momento di sedere a un tavolo. Il futuro è adesso. La Serie C non aspetta.