Si è seduto al tavolo con la proprietà dopo giorni di surreale attesa, mentre le certezze, costruite nel tempo, si sgretolavano sotto i colpi della crisi giudiziaria che ha travolto la Sidigas; ha ascoltato cosa la proprietà gli avrebbe potuto garantire per costruire l'Avellino in vista della nuova stagione, in quella Serie C conquistata con una clamorosa rimonta, e ha deciso di non continuare. Senza rancore. Carlo Musa, che ieri sera si è congedato ufficialmente dal suo incarico di direttore sportivo dell'Avellino rifiutando il contratto che gli era stato proposto, ha preso la sua scelta, come Giovanni Bucaro: proseguire lontano da Avellino. Troppe le incognite, maggiori i rischi che i possibili benefici al culmine di settimane da incubo, nelle quali si è passati dalle feste e dall'esaltazione alla paura per il futuro del club e allo sconforto collettivo.
Raggiunto telefonicamente da 696 TV e Ottopagine.it è partito proprio dal perché del suo addio per l'inizio di una lunga intervista: “La società non attraversa un momento facile. Ci siamo incontrati e non eravamo in linea sui progetti futuri. Ho preferito salutare; ringraziare la proprietà e questa splendida piazza per il cammino intrapreso, ma non iniziare la nuova stagione.”
Era nato, con fatica e lavoro, un gruppo vincente, spazzato via come un castello di sabbia dalle onde: “Il dispiacere, grande, è quello di non poter proseguire un percorso iniziato il 18 agosto 2018, tra tante difficoltà; andato avanti con una rimonta pazzesca; la conquista della Serie C sul campo quando tutti ci davano per spacciati e parlavano di ripescaggi: noi non abbiamo mai mollato e abbiamo vinto, meritandoci questa categoria, che andava giocata. Poi, le vicissitudini, nella vita, si sa sono dietro l'angolo, e non è stato possibile. Rimane un ricordo bellissimo, delle emozioni fantastiche; rimarranno, dentro di me, questa piazza e le persone che ho conosciuto.”
Ed è già tempo di guardare al futuro: “Onestamente fino a ieri ho rifiutato alcune offerte perché speravo di poter continuare un percorso con l'Avellino. Ora valuterò il da farsi e aspetterò una proposta, un programma stimolante e affascinante come è stato quello di Avellino. Vedremo cosa accadrà.”
L'ombra di Di Somma, che ha accompagnato costantemente Musa, alla fine lo ha raggiunto e fagocitato: “Il calcio è così. Ci sono tanti addetti ai lavori, c'è posto, ogni anno, per nuove persone. Auguro il meglio all'Avellino, alla società e alla proprietà, ma, soprattutto, ai dipendenti, che sono ragazzi splendidi e meritano soddisfazioni così come i tifosi: sono stati l'anima della nostra stagione. Sono certo che nella prossima stagione dimostreranno, ancora di più, tutto il proprio amore per i colori biancoverdi.”
Per l'Avellino si prospetta un campionato da vivere col coltello tra i denti: “Il girone C della Serie C 2019/2020 non sarà facile. Ci sono tante società organizzate. Credo che la proprietà dell'Avellino sia in grado di sistemare la situazione, a breve, consentendo agli attori principali di allestire una squadra degna del nome di Avellino. Inizialmente ci potrebbero essere delle difficoltà, ma sono certo che con il passare del tempo tutto tornerà a posto. Mi auguro di vedere l'Avellino andare bene. Abbiamo fatto un buon lavoro e sarebbe bello vederlo continuare.”
Non è un mistero che il presidente Mauriello non lo ha mai avuto nelle sue grazie, ma Musa sente di non avere nulla di cui rimproverarsi: “Non ho rimpianti. È stato un percorso esaltante, culminato con la promozione e la vittoria dello scudetto di categoria. Con la piazza, con i tifosi, ho sviluppato un legame speciale. In alcuni momenti non ci sono state situazioni belle, ma fanno parte del lavoro, L'importante è stato vincere. Ci siamo salutati con tanta onestà e un caloroso saluto, anche con il presidente.”
In fumo i pani già sviluppati con l'ormai ex staff tecnico, ma inutile piangere sul latte versato: “Avevamo tante idee con Bucaro e Daniele Cinelli, con cui si era instaurato uno splendido rapporto umano. Ripeto che fino a ieri ancora speravo di poter continuare, anche se la situazione non sembrava già idonea, osservandola dall'esterno, pensavo che si potesse andare avanti. Dopo ieri ho capito che non ero in linea con una politica della società, che non discrimino ma non condivido. È andata così."
Clicca sul pulsante "play", al centro della foto in apertura, per ascoltare l'intervista integrale all'ex direttore sportivo dell'U.S. Avellino, Carlo Musa.
