Juary: "Imparai i valori. Di colpo, da ragazzo divenni uomo"

Era un ragazzo arrivato in Italia per stupire. Danzò attorno alla bandierina, poi il dramma

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Avellino.  

Il primo anno degli stranieri nel calcio italiano regalò agli avellinesi Juary, i suoi gol e le danze sfrenate attorno alla bandierina. Un'esultanza diventata leggenda perché in assenza di cellulari per vedere un video che sarebbe presto diventato virale, il passaparola alimentava il mito. Il giovane Juary, però, mai avrebbe pensato che la sua gioia verdeoro, contagiosa, sarebbe stata spazzata via proprio a poche ore da uno dei suoi gol. L'Ascoli battuto al Partenio prima del dramma. Quarant'anni dopo, il tempo sembra essersi fermato. Per il sempre sorridente Jorge dos Santos Filho, che in Irpinia ci è tornato più volte e vuole restarci a vivere, allenando, ma anche portando la mente indietro a quel pomeriggio bello e drammatico. Senza soluzione di continuità.

Danzando sul terrore - "Il ricordo del terremoto è paradossale. Riporta alla mente tutta l'amarezza e la tristezza più grandi che ho mai provato nella mia vita, ma anche la soddisfazione immensa provata al culmine di quei mesi terribili, bruttissimi. Quel sisma spinse ci insegnò nella maniera più tremenda la lezione più bella. Quanto lo sport, il calcio, possono essere punto di riferimento. Un appiglio a cui aggrapparsi per un riscatto sociale. Il terremoto dell'Irpinia è stato vedere il dolore della gente che perso i propri cari nel giro di novanta, folli, secondi, ma anche assistere all'impetuosa dignità di un popolo, che con fierezza si è rialzato anche grazie alla nostra capacità di renderli orgogliosi di noi con un campionato semplicemente straordinario. Quella gente non sapeva di essere essa stessa il nostro segreto. Il valore aggiunto. Più forte di qualsiasi fuoriclasse. Da brasiliano, lontano tanti kilometri da casa, ho capito cosa fosse l'amore, il rispetto, la fiducia. E ho capito che non si chiedono, si guadagnano. Ho compreso che la speranza, la forza di volontà sono le chiavi per uscire dalle situazioni più drammatiche. Ho avuto la riprova che la fede in Dio e credere che possiamo andare lontano possono farci superare qualsiasi ostacolo. L'Irpinia è stata la mia scuola di vita, il terremoto l'esame più duro. Grazie a voi, avellinesi, irpini, ho imparato a essere un vero uomo.”

Elaborazione grafica: Giuseppe Andrita