Se tre indizi fanno una prova, figuriamoci dieci. Come i risultati utili consecutivi. Autorevole è l'aggettivo che calza a pennello all'Avellino per sintetizzare il modo in cui ha superato, a pieni voti, l'ennesimo, probante, esame stagionale. Il derby al “Pinto”, contro la Casertana, atteso con motivato timore per il trend da favola con cui i falchetti arrivavano alla sfida (7 vittorie nelle ultime 9 partite, proprio come i lupi), si è risolto in pratica sbrigata senza affanni e con un'autentica prova di forza: 0-2.
Secondo posto solitario andando, senza tentennamenti, per la giugulare del zoppicante Bari: 1-1 a Catania e k.o. sfiorato se non fosse stato per il pararigori Frattali, ipnotico su Dall'Oglio in pieno recupero. Una prestazione che conferma che la crisalde biancoverde, tormentata da Covid e vicissitudini, si è rinforzata per ciò che non l'ha metaforicamente e sportivamente uccisa. Al massimo, l'ha sfortunatamente rallentata nel ruolo di anti Ternana (2-0 a Foggia). La farfalla biancoverde, venuta fuori con tempo e pazienza (di pochi) dalla sua larva, sfoggia, fiera, i suoi colori. Ha ali robuste, vola come si esprime in campo. In maniera armoniosa. Inesorabile. Quarta vittoria consecutiva, ottavo successo nelle ultime dieci gare in cui Forte ha incassato due sole reti, in match differenti. Nelle altre otto circostanze, “foglio pulito”. Per dirlo all'italiana.
Eppure la sfida, per l'Avellino, con quattro novità dall'inizio rispetto alla sfida con il Foggia (D'Angelo e Aloi a centrocampo; Santaniello e Bernardotto in attacco, con il plotone dei critici che, prima del fischio d'inizio, aveva già iniziato a far chiasso contro il turnover) sembrava iniziata sotto una cattiva stella. Come? Bernardotto ci aveva messo una vita a coordinarsi per punire il clamoroso errore di Avella, che gli aveva consegnato il pallone del vantaggio a pochi passi dall'area piccola, previo poi riscattarsi con una parata provvidenziale. Senza scomporsi, fatto salvo uno svarione di Illanes prontamente tamponato dai compagni di reparto, Miceli e compagni hanno ripreso a macinare gioco sciorinando bel calcio. Le prove generali del gol, affidate a Santaniello con una girata di nulla a lato su velo di D'Angelo. E poi, spazio ai pezzi forti del repertorio. Al 26', Tito pennella il suo decimo assist stagionale, Luigi Silvestri sale in cielo, come è sua consuetudine, frustando il pallone con un colpo di testa che non lascia scampo ad Avella. Quarto centro per il difensore nella cooperativa del gol. Quattro come le reti a cui sale Bernardotto, al 34', facendosi perdonare l'errore iniziale al termine di un'azione da manuale del calcio. Santaniello innesca Tito, che ha il velluto nel mancino; Carriero (altra gara superlativa in entrambe le fasi) va col piattone e impegna severamente Avella costringendolo a consegnare all'ex Vibonese, su un piatto d'argento, il pallone del 2-0. Il possesso palla, come temeva Guidi alla vigilia, è appannaggio degli ospiti e la pericolosità offensiva dei rossoblù vive il suo minimo storico nel recente periodo. Non un caso. Una girata di Rosso, alta sulla traversa, è l'unica chance lasciata dalla retroguardia avversaria, versione tenuta stagna.
Da segnalare, restano così solo un infortunio, potenzialmente brutto, al ginocchio destro rimediato da Konate (preferito da Guidi a Buschiazzo, così come Matos a bomber Cuppone) e i gialli rimediati da Icardi e Aloi, che erano in diffida e salteranno rispettivamente Turris – Casertana e Catanzaro – Avellino. E sì perché il secondo tempo, altra nota tutt'altro che marginale per restituire l'esponenziale crescita dell'Avellino, si riduce a ordinaria amministrazione contro uno degli attacchi e delle squadre più ispirate del momento. Anzi. Nel finale Maniero, subentrato con Fella, vorrebbe sradicare il palo a suon di calci per il tris fallito con un lob di nulla a lato. Dettagli. L'Avellino ora è una macchina perfetta. Una macchina da derby (che peccato, oggi, senza le tifoserie gemellate, che hanno dato spettacolo a distanza). Blitz a Torre del Greco, a Castellammare di Stabia e Caserta. Tutt'altro che dettagli. Dieci e lode. L'Avellino va e ora può godersi un meritato turno di riposo lustrando il secondo gradino del podio. Effettivo e non più virtuale. Da stasera i ragazzi di Braglia sono totalmente artefici del proprio destino nella corsa al miglior piazzamento playoff. E adesso è il Bari a dover rincorrere.
Il tabellino.
Casertana - Avellino 0-2
Marcatori: pt 26' L. Silvestri, 34' Bernardotto.
Casertana (4-3-3): Avella; Hadziosmanovic, Carillo, Konate (44' pt Buschiazzo), Rillo; Izzillo (11' pt Matese), Santoro, Icardi (24' st Varesanovic); Rosso, Matos (1' st Cuppone), Turchetta (24' st Pacilli). A disp.: Dekic, Zivkovic, De Sarlo, De Lucia, Polito, Longo. All.: Guidi.
Avellino (3-5-2): Forte; L. Silvestri, Miceli, Illanes; Ciancio, Carriero (17' st Adamo), Aloi (45' st M. Silvestri), D'Angelo (17' st De Francesco), Tito; Santaniello (24' st Fella), Bernardotto (17' st Maniero). A disp.: Pane, Rizzo, Dossena, Rocchi, Baraye. All.: Braglia.
Arbitro: Mercenaro della sezione di Genova. Assistenti: Niedda e D'Elia della sezione di Ozieri. Quarto ufficiale: De Tommaso della sezione di Rimini.
Note: Ammoniti: D'Angelo, Konate, Icardi, Aloi, L. Silvestri e Varesanovic per gioco falloso. Braglia per proteste. Angoli: 4-7. Recupero: pt 3', st 4'. Prima del fischio d'inizio osservato un minuto di silenzio in memoria di Mauro Bellugi. Gara a porte chiuse.