Aggressione ai calciatori, Calcagno: "Fenomeno culturale preoccupante"

Il presidente dell'Assocalciatori: "I fatti di Avellino vanno condannati e contrastati"

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Avellino.  

Sull'aggressione subita dai calciatori dell'Avellino e in particolar modo da Claudiu Micovschi è intervenuto anche il presidente dell'Assocalciatori, Umberto Calcagno. "La sconfitta e la vittoria sono parte integrante della cultura dello sport. Lo sa ogni "sportivo", tifoso o atleta che sia. Questa è la logica di ogni sport: perdere è normale. Fa parte del gioco. - ha affermato il massimo dirigente dell'AIC - Quello che non dobbiamo abituarci a considerare "normale", invece, è l’aggressione ai danni di un calciatore. Con la "colpa" di aver perso, svolgendo il proprio lavoro. Tollerare questi comportamenti significa perdere di vista i valori dello sport. Ogni tifoso ha il diritto di gioire delle vittorie della propria squadra, come di esprimere il disappunto per le sconfitte. Qualunque amarezza, però, non può valicare il confine del rispetto della persona. Essere un calciatore non può significare doversi abituare a minacce, offese e tantomeno aggressioni".

"I fatti di Avellino, come i tanti accadimenti di questi anni, vanno condannati e contrastati: 114 episodi, analizzati dal Report Calciatori sotto tiro AIC nelle ultime 2 stagioni, sono davvero troppi. - ha aggiunto Calcagno - Violenze e minacce verbali (il 26% avviene nella nuova "piazza": i social) e fisiche che colpiscono il singolo atleta (75%), soprattutto nei campionati professionistici (79%). Un fenomeno culturale preoccupante, legato spesso a episodi razzismo (42%) che dobbiamo contrastare tutti insieme".

Il commento del presidente di Lega Pro, Francesco Ghirelli, sull'aggressione