Donkor tra canzoni napoletane e un tatuaggio da libro cuore

Il difensore prestato in Irpinia dall'Inter si presenta tra curiosità e retroscena

Sturno.  

Tatuaggio poco più in basso del polpaccio della gamba sinistra, sorriso stampato sul volto e tanta voglia di emergere. Nel ritiro di Sturno è il giorno delle prime parole da calciatore dell’Avellino per Isaac Donkor, che fa quasi tenerezza quando racconta la sua storia di vita tramutatasi in avventura da calciatore: “Sono arrivato in Italia, dal Ghana, quando avevo otto anni, con mia madre Diana e mia sorella Doris. Sono le mie regine. E la corona che mi sono disegnato sulla pelle significa proprio quello. Ho cominciato a giocare a Conegliano, poi sono passato giovanissimo all'Inter e l'anno scorso, come sapete, ho vissuto una stagione con più alti che bassi in prestito al Bari. Ora sono contento di essere qui, mi trovo molto bene. Si lavora alla grande. Spero che quest'anno vada tutto bene e di arrivare il più in alto possibile. Così magari potrei coronare il mio sogno, che è quello di giocare in Nazionale”.

Ventuno anni a ferragosto, ha scelto la maglia numero 23: “Volevo il 21, ma lo ha preso Omeonga, che ci teneva. Gliel'ho lasciata. Sdebitarsi? Non ce ne è bisogno, per i compagni di squadra questo ed altro”.

Umiltà e spirito di sacrifico si respirano nell’animo candido di Donkor: “Ho legato un po' con tutti, soprattutto con Rea. Ma per me il più simpatico è Gigi Castaldo, che continua a farmi ascoltare canzoni napoletane”.

Divertimento che alleggerisce le fatiche per i notevoli carichi di lavoro per assimilare i sincronismi del sistema di gioco: “Toscano ci chiede di alzare molto il ritmo, di attaccare in tanti ma di non trascurare la fase difensiva. Appena finita l'azione devi correre dietro. Del resto il 3-4-3 è un modulo difficile: bisogna muoversi tanto ma può regalarci soddisfazioni. Noi daremo il massimo, poi parlerà il campo. Il mio ruolo? Mi trovo bene sia dietro sia come cursore di fascia a destra. Sono a disposizione del mister”.

Piazza esigente, zero paura: “So che quella di Avellino è una piazza che vuole sempre il massimo dai propri calciatori, che qui ci sono tifosi caldi, presenti, ma anche generosi: se le cose vanno male ti rialzano. Anche grazie a loro possiamo dire la nostra in campionato, perché sarà un torneo equilibrato, senza favoriti”.

E allora sotto con la trasferta di Coppa Italia: domenica, ore 20 – da oggi è ufficiale – si va al Rino Mercante di Bassano del Grappa: “Speravamo di giocare in casa, ma andremo a Bassano per vincere e andare avanti il più possibile in Tim Cup”.

L'inviato a Sturno, Marco Festa