Scandone, ora è la Procura a chiedere il fallimento

Istanza del creditore ritirata, ma in tribunale si discuterà dell'IVA (8,7 milioni di euro)

scandone ora e la procura a chiedere il fallimento
Avellino.  

Venerdì scorso è stata ritirata l'istanza mossa da un creditore storico. Ora è la Procura di Avellino a chiedere il fallimento della Società Sportiva Felice Scandone Avellino. L'istanza sarà discussa proprio giovedì prossimo, quando era in programma l'udienza relativa al procedimento, poi annullato dal creditore privato. Sotto la lente di ingrandimento del Tribunale, c'è la massa debitoria, pari a 8,7 milioni di euro, dell'IVA non versata dal club cestistico, partecipante al campionato di Serie B da due stagioni e che rischia la retrocessione diretta in C (la Scandone è ultima in classifica e in mattinata ha esonerato il coach, Gianluca De Gennaro, annunciando il vice, Rodolfo Robustelli, come nuovo allenatore in virtù di una deroga ottenuta dalla Federazione Italiana Pallacanestro).

Mercoledì il roster sarà di scena a Reggio Calabria per affrontare la Viola, il giorno dopo (giovedì) la Scandone vivrà ore decisive con il rischio del fallimento con l'istanza che sarà discussa al Tribunale di Avellino. Il club sportivo è ancora legato all'evoluzione della casa madre Sidigas. Venerdì scorso, la Guardia di Finanza di Avellino ha eseguito un nuovo sequestro di 10 milioni e 700mila euro, a carico di Gianandrea De Cesare dopo che quello iniziale, di 97 milioni, era decaduto.