La morte di Seid e quella lettera che riaccende i riflettori sul razzismo

La famiglia ribadisce: "Non è morto per razzismo" e la politica si scontra e confronta

la morte di seid e quella lettera che riaccende i riflettori sul razzismo
Nocera Inferiore.  

"Mio figlio non si è ammazzato perché vittima di razzismo. E’ sempre stato amato e benvoluto” Lo ha ribadito fermamente il padre di Seid Visin, l’ex calciatore 20enne che, giovedì scorso, tra le mura della sua abitazione a Nocera Inferiore, si è tolto la vita.

Seid era nato in Etiopia ed era stato poi adottato piccolissimo. Era un “talento enorme dal cuore fragile”, come lo descrive Antonio Francese, l'allenatore dell'Atletico Vitalica, la squadra di calcio a cinque dell'Agro Nocerino Sarnese in cui ultimamente il giovane militava a livello amatoriale. Ex promessa del calcio italiano aveva giocato anche nelle giovanili del Milan accanto a Donnarumma, prima di decidere di abbandonare e tornare nella sua città.

Seid non è morto di razzismo, ma ne è stato una delle tante vittime e la lettera scritta dal giovane nel 2019 restituisce il disagio e la sofferenza è stato costretto a vivere: “Ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone” Queste le parole riprese, riportate e trascritte tante volte.

“Fu uno sfogo, era esasperato dal clima che si respirava in Italia. Ma nessun legame con il suo suicidio, basta speculazioni“. Quanto alle cause dell’accaduto, “non voglio parlare delle questioni personali di mio figlio. Dico solo che era un uomo meraviglioso” Dichiara Walter, il padre.

In quella lettera scritta agli amici, Seid aveva manifestato sofferenza e dolore per il clima d'odio che si respirava nel Paese contro gli immigrati, ma lo aveva fatto tre anni fa. “Troppi per decidere che ci sia una relazione causa-effetto senza bisogno di sapere di più. In mezzo c’erano stati-magari- sogni infranti, malinconia, altro. E i suoi genitori hanno fatto bene a dire “basta” Sottolinea la giornalista Salvaggia Lucarelli in un post su Facebook. Certo è che il suo gesto estremo ha riacceso i riflettori su una ferita aperta che continua a far male. Una tragedia che sconvolge l’intero Paese dove la piaga del razzismo torna al centro delle polemiche facendo confrontare e scontrare la politica. Tanti i messaggi che in queste ore stanno affollando social, pagine e gruppi. 

"Il padre di Seid, il giovane morto tragicamente suicida alla precoce età di 20 anni, ha dichiarato che il razzismo non c’entrava nulla con l’estremo gesto di suo figlio e che la lettera, letta durante il suo funerale, risaliva a tre anni fa. Ai soliti ridicoli esponenti della presunta intellighenzia di certa sinistra, che succhiano visibilità mistificando da sempre la realtà, però non interessa. Loro passano sopra a tutto: alla vita, alla morte e alla tragedia. Per loro tutto è funzionale per vendere un altro articolo, un altro libro, o di ottenere un'altra presenza in tv. Sciacalli che volteggiano sulla sofferenza delle persone, in attesa di un altro dramma del quale cibarsi. Squallidi, cinici, cattivi: persone che questa Nazione non merita. Solidarietà alla famiglia di Seid che, mentre piange il proprio ragazzo, è costretta a subire questa schifosa strumentalizzazione." Lo ha scritto sulla sua pagina facebook, questa mattina, il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Il suo è un chiaro rimando a quanto ieri dichiarato da Roberto Saviano che, in un lungo post, si è pronunciato in merito all'accaduto. 

Netta la posizione dello scrittre per cui "Seid si è suicidato per razzismo e noi sappiamo chi sono i responsabili". Nel suo scritto, dure parole nei confronti della Meloni e del leader della Lega, Matteo Salvini che, poco prima, avevano commentato il tragico evento. I due vengono definiti, anche, "i più grandi pagliacci della nostra politica, che ci fanno vergognare di condividere con loro la cittadinanza". Due "sciacalli" che "macinano voti sulla sofferenza, sulla discriminazione e sul tradimento costante dei valori della Costituzione. Ma nessuno glielo dice, nessun lo urla. E loro ci impongono la loro spaventosa normalità. Meloni e Salvini, un giorno farete i conti con la vostra coscienza, perché la sadica esaltazione del dolore inflitto ai più fragili prima o poi si paga. E vi auguro sinceramente che siano i vostri figli a vergognarsi di voi e a non darvi tregua. Per sempre." 

Anche il leader della Lega ha commentato il tragico evento, rispondendo anche alle parole di Saviano: "Una preghiera per te, ragazzo, e un forte abbraccio alla tua famiglia. Gli Italiani sono da sempre generosi, laboriosi, accoglienti e solidali. Chi ancora distingue o disprezza un essere umano in base al colore della pelle, è un cretino. Punto. Chi porta rispetto, merita rispetto. Agli sciacalli alla Saviano che cercano di fare polemica politica anche su una tragedia come questa, smentiti dai genitori di Seid che fanno sapere che “il suo gesto estremo non deriva da episodi di razzismo”, ricordo infine che il primo senatore nero eletto nella storia della Repubblica Italiana, l’amico e imprenditore di origine nigeriana Tony Iwobi, è stato candidato ed eletto con la Lega. C’è chi parla di integrazione e chi la realizza."

E a Salvini replica immediatamente Emanuele Fiano del Pd: “No Matteo Salvini, chi ancora distingue o disprezza un essere umano in base al colore della pelle non è un cretino, è un criminale, e come tale va punito. Punto”.