Blitz in classe, sette indagati: anno scolastico a rischio

Inchieste che si incrociano. Scuole a rischio chiusura. Centinaia di studenti col fiato sospeso...

Dopo il blitz di ieri alla Solimena, tutti si chiedono se la scuola media sarà chiusa. Intanto, dopo il sequestro del liceo “Pasquale Stanislao Mancini”, la situazione è già molto delicata per tanti studenti.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

La situazione delle scuole avellinesi è sempre più caotica. Con il blitz di ieri dei carabinieri nella scuola media “Francesco Solimena” (Leggi dettagli sull’Inchiesta e gli indagati), torna a essere incerto anche il futuro del liceo scientifico “Pasquale Stanislao Mancini”, attualmente sotto sequestro (Leggi dettagli sul sequestro e l’inchiesta sul Mancini). Proprio la “Solimena” era stata infatti individuata come sede temporanea nella quale ospitare, con turni alterni, gli oltre milleduecento studenti del “Mancini”. Ma ora sono tutti in attesa di conoscere l’esito dell’operazione di ieri. 

L’ispezione alla “Solimena”

Un sopralluogo durato oltre sei ore che ha interessato diversi locali dell’istituto. Come già accaduto al Mancini, sono stati passati al setaccio aule e laboratori. I carabinieri agli ordini del comandante Quintino Russo hanno acquisito faldoni su faldoni, mentre i tecnici dei vigili del fuoco e della Procura hanno eseguito tutti i rilievi sullo stato di sicurezza della struttura. Sotto la lente d’ingrandimento anche le vie di fuga dell’istituto. Potrebbe presto seguire un nuovo sopralluogo negli uffici comunali per acquisire altri documenti sull’edificio.

Tutto il materiale raccolto ieri è stato consegnato agli inquirenti di Palazzo De Marsico (oltre a Rosario Cantelmo, i pm Roberto Patscot, Antonella Salvatore e Cecilia De Angelis) che valuteranno se disporre nuove perizie e sopralluoghi o emettere provvedimenti giudiziari. Proprio la chiusura è lo scenario meno auspicabile per studenti e personale scolastico. Chiudere la Solimena significherebbe generare ulteriore confusione dopo il sequestro del Mancini. Premesso ciò, è chiaro che l’inchiesta della Procura debba fare il proprio corso: c’è di mezzo l’incolumità dei ragazzi.

Inchieste che si incrociano

Al momento si sono intrecciate due indagini che si incrociano proprio sull’aspetto della sicurezza scolastica. Da un lato le strutture di competenza provinciale, come i licei, dall’altro le scuole che fanno capo al Comune come medie ed elementari. Sette gli indagati complessivi, quattro per il Mancini e tre per la Solimena. Nel caso del liceo, oltre al presidente della Provincia, Domenico Gambarcorta, ci sono il dirigente di Palazzo Caracciolo, Antonio Marro, il tecnico della Provincia, Giovanni Micera, e la preside del liceo, Nicolina Silvana Agnes. Per l’inchiesta nata in seguito al blitz alla Solimena, sono tre gli avvisi di garanzia recapitati dai carabinieri. Oltre al sindaco Paolo Foti, il funzionario all’edilizia scolastica, Gaetano D’Agostino, e il dirigente del Settore Lavori Pubblici, Fernando Chiaradonna.

La scintilla che ha innescato le indagini è rappresentata dalla denuncia di alcuni genitori del Mancini che hanno chiesto chiarimenti sulla sicurezza della struttura di via De Conciliis. Il giudice Vincenzo Landolfi, alla luce degli elementi raccolti in fase d’indagine e della relazione del professor Petti, ha disposto il sequestro preventivo. I rappresentanti della Provincia, a partire da Gambacorta, hanno sempre affermato di aver fatto tutto il possibile per tutelare l’incolumità degli studenti, disponendo diversi sopralluoghi e affidandosi alle relazioni redatte dai tecnici competenti. Il diciassette novembre gli avvocati Nello Pizza e Giancarlo Giarnese discuteranno il ricorso contro il sequestro al tribunale Riesame che dovrà esprimersi sull’eventuale revoca del procedimento firmato dal gip (Approfondisci la questione relativa al ricorso e alla vicenda giudiziaria)

Provincia in “alto mare”

Per ora non è stata ancora trovata una destinazione alternativa per gli oltre milleduecento studenti del Mancini. Non ci sono strutture private o pubbliche ritenute adeguate. La dirigenza scolastica ha chiesto di dissequestrare almeno la segreteria per acquisire atti fondamentali per l’attività. Gli studenti sono al momento quelli più delusi. Più volte hanno sfilato per manifestare il proprio dissenso e cercando un confronto con la Provincia. Oggi, la situazione è ancora in alto mare. E l’anno scolastico, soprattutto per le quinte classi del liceo, è sempre più compromesso.

Intanto lunedì è atteso un corteo di protesta che dovrebbe coinvolgere tutte le scuole che hanno deciso di manifestare la propria solidarietà agli studenti del Mancini. E spingere la Provincia a trovare delle soluzioni il prima possibile. Un compito non facile, considerata l’assenza di edifici adeguati e il poco tempo a disposizione. Inoltre sembra che ci sia un’altra scuola sulla quale starebbero indagando gli investigatori della Procura. Dopo il blitz a palazzo Caracciolo di qualche giorno fa, quando gli inquirenti hanno requisito documenti relativi al De Luca, all’ex “Scoca” e all’”Amatucci”.