Avellino, adesso servono i calciatori

Tifosi con la squadra, tecnici carichi, ma l'organico è impresentabile: da domani svolta d'obbligo

Avellino.  

Adesso c'è una squadra in campo, almeno fisicamente, anche se non ancora numericamente adeguata. Si continua, però, francamente a fare fatica a parlare di calcio: anche il più ottimista degli ottimisti, nel vedere l'Avellino rappresentato da quattordici giovani più Walter Zullo, a 21 giorni dall'esordio in campionato, in casa, contro il Catania, non può che essere comprensibilmente preoccupato. E nemmeno qualche scrosciante ed encomiabile applauso può cambiare l'evidenza dei fatti: gli auspici fanno a pugni con la realtà. Ai tifosi, che anche questo pomeriggio hanno sfidato il gran caldo per assistere in circa 200 unità alla seduta di allenamento pomeridiana dei biancoverdi, non resta, allora, che sperare che la rosa “decente” promessa per l'inizio della prossima settimana da Salvatore Di Somma (oggi assente giustificato proprio per il lavoro dietro le quinte nel quale si sta prodigando, ndr), si traduca nel tesseramento, immediato, di calciatori di categoria. In tal senso, ecco un'altra nota dolente. Un'altra dura verità: l'addio ormai pressoché certo di Alfageme e, soprattutto, l'assenza di Morero; il capitano, che sembrava certo confermato e che, invece, non ha potuto far altro che negoziare una controproposta, prima di prendersi una pausa di riflessione, in seguito all'offerta di un ingaggio livellato verso il basso rispetto a quello che percepiva in Serie D, non lascia presagire nulla di buono e rende palese ciò, che, in fondo, si era già intuito con il disimpegno di Musa e non è un mistero: il budget a disposizione di Salvatore Di Somma per fare mercato è estremamente, estremamente, ridotto. Il motivo è superfluo ricordarlo.

Si va avanti, dunque, così: per inerzia e per puro senso di sopravvivenza, allo stato attuale. In campo, come detto, un solo volto nuovo rispetto a ieri: Luca Palmisano, centrocampista ex Palermo, che l'anno scorso giocava in Eccellenza nel Palazzolo. Davvero troppo poco (e il riferimento, non è, ovviamente, per il "povero" Palmisano, ndr) anche se l'importante era ripartire. Non c'è tempo. Non basta. Perché, adesso, da domani, servono i calciatori: quelli in grado di affrontare il girone C di Serie C, competitivo, pieno zeppo di squadre attrezzate e piazze calde; un girone che rischia di diventare infernale alla stregua di quello dantesco se il ritardo con cui si è partiti continuerà a viaggiare di pari passo con il latitare di una spina dorsale di gente di esperienza, che si prenderà l'onore di indossare la maglia biancoverde, ma, non di meno, il rischio di farlo, dato l'orizzonte di navigazione societario che, in maniera ormai conclamata, si estende fino a ottobre, salvo svolte improvvise appannaggio dell'attuale proprietà (in primis una o più sponsorizzazioni, ndr) o una provvidenziale cessione.

Di una domenica pomeriggio che ha riportato la mente a Sturno, un anno fa (ma era un'altra categoria e l'organico era addirittura più competitivo dell'attuale, ndr), restano le direttive e il ritmo incessante impresso alla sessione di lavoro da Giovanni Ignoffo e Daniele Cinelli, rocce di professionalità a cui rimanere aggrappati, ma che non potranno fare miracoli se non messi in condizione di allenare un gruppo da Serie C.

Sta per iniziare una settimana determinante in cui non basterà più esserci, ma attrezzarsi. Le difficoltà non si cancellano con un colpo di bacchetta magica, ma a una settimana dalla firma del tecnico e del suo vice è il momento di tirare fuori qualche coniglio dal cilindro per andare in contro a un campionato in cui per fare punti e non incappare in umiliazioni sportive serve ben altro, seppur la partita più importante, guai a dimenticarlo, distratti dal rumore di qualche pallone calciato, prosegue fuori dal campo.