Avellino, Braglia dritto al punto: "Mancano i calciatori"

Il tecnico è perentorio nel post-gara a Meda: "Bisogna completare questa cacchio di squadra"

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Avellino.  

Senza giri di parole. Nonostante abbia terminato la stagione lo scorso primo luglio, l'Avellino, a pochi giorni dall'inizio del campionato, salvo la conferma dello sciopero indetto dall'Assocalciatori per la prima giornata, è incompleto. A darne riprova, semmai ce ne fosse stato bisogno, la sconfitta in Coppa Italia contro il Renate. Analizzata così, nel post-partita, da mister Piero Braglia: “Abbiamo sbagliato totalmente l'approccio alla gara. Abbiamo fatto 20 minuti pessimi, il Renate ci ha aggredito. Sono una squadra più rodata della nostra, che gioca insieme da più tempo. Con il passare dei minuti gli abbiamo preso le misure e abbiamo iniziato a giocare. Il problema è stato l'impossibilità di fare cambi, di fare qualcosa per svoltare la partita. Eravamo davvero contati. Le uniche alternative erano rappresentate da Bernardotto e da Burgio, per una ventina di minuti. Aloi non poteva entrare, gli altri (D'Angelo, Nikolic e Rizzo, non ancora tesserati, ndr) non potevano esserci. Avevo le mani legate. Anche quando siamo rimasti in dieci, però, abbiamo sempre cercato di giocare e fatto delle buone cose. Un dato positivo, ma che lascia il tempo che trova. Lo sciopero? Riguarda i giocatori e non degli allenatori. Noi dobbiamo dare l'esempio. Ci prepareremo come se dovessimo giocare domenica.”

Il tecnico toscano è, come sempre, trasparente. Così esperto e navigato da non doversi preoccupare di girare intorno al problema. Onesto intellettualmente e pragmatico nel ribadirlo, anche se è palese, e non da oggi, per chi sa vedere e analizzare in maniera oggettiva: “Spero e penso che la società intervenga sul mercato, così come il direttore sportivo, per completare questa cacchio di squadra. Finora non ho mai potuto fare una partitella in allenamento undici contro undici. In più abbiamo perso Laezza. Mancano i calciatori. C'era un giovane in difficoltà enorme, a cui voglio bene. Non l'ho tirato fuori dalla partita per rispetto. Dobbiamo aumentare la qualità e la disponibilità. Con il tridente abbiamo fatto vedere delle buone cose, ma siamo, purtroppo, un cantiere aperto. Abbiamo fatto 20 giorni con poche persone e se trovi una squadra come il Renate fai fatica. Per fortuna abbiamo limitato il passivo, bravi ai ragazzi che non volevano perdere in malo modo e ci tenevano a fare una figura degna dell'Avellino anche se poi, quando si perde, le palle girano sempre. Guardiamo il lato positivo di questo aspetto. Ciancio e De Francesco hanno fatto bene. Degli altri non posso dire nulla perché hanno dato tutto. Tornando al mercato, a me sta bene tutto, ma se devo dire una cosa ci metto la faccia. La società, da quando sono arrivato, sa di cosa ho bisogno. Aspettiamo...”