Scandone, l'ottimismo di Festa e il silenzio che fa rumore

A oggi, l'azionariato popolare idea aleatoria, gli acquirenti latitano, e cresce la preoccupazione

Avellino.  

Nonostante il “monumento” Scandone rischi di crollare nel giro di poco più di un mese, ieri il sindaco Festa ha rivendicato il suo operato per cercare di salvare la società biancoverde. Quella che lo scorso 10 luglio aveva definito come una “tripla allo scadere” per tenere in vita il club, iscrivendolo a sue spese in Serie B, la metterebbe a segno anche in un altra vita e in qualsiasi altra occasione: “Quando si è parlato, nei giorni scorsi, del basket, lo si era già dato per morto. C'era la convinzione generale che la Scandone sarebbe stata cancellata, che sarebbe scomparsa. Invece, alla fine, con un grande impegno collettivo, siamo riusciti a consentire l'iscrizione in Serie B. Dico solo che si continua a lottare; continuo a non mollare. Metteremo in campo tutte le iniziative utili affinché questo “monumento” non scompaia." ha ribadito e spiegato non più tardi di ieri.

Come messo in preventivo, nessun "piano B", ma senza rimorsi o rimpianti per via dell'attuale stand-by. Una condizione paradossalmente prevedibile e messa in preventivo: “Qualsiasi altro club dovesse venire dopo la Scandone non sarebbe la stessa cosa.” - ha aggiunto Festa - “Con lei morirebbero una storia, un pezzo di comunità; i sacrifici di tifosi, dirigenti e giocatori; di tutti coloro che ci hanno creduto.

Intanto, però, il tempo passa: di investitori neanche l'ombra, dell'improbabile opzione, ipotizzata dallo stesso primo cittadino, dell'azionariato popolare non c'è traccia e la deadline del 2 settembre, che coinciderà con la scadenza pagamento della seconda tranche per partecipare al terzo campionato nazionale, si avvicina inesorabilmente.