Il trojan nel pc di Laudato, intercettazioni, una teste col registratore

Le indagini

il trojan nel pc di laudato intercettazioni una teste col registratore
Benevento.  

La data sul calendario è il 25 febbraio del 2019, quando un ingegnere della Provincia si presenta ai carabinieri e denuncia di aver ricevuto tre giorni prima da Panarese una cartellina gialla contenente, scoprirà successivamente, la somma di 1000 euro. E' da qui che si srotola l'attività investigativa dei militari del Reparto operativo, supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali (in un'auto), videoriprese, dall'uso del trojan e anche di un registratore di cui viene dotata la professionista.

A dirigere l'indagine è il sostituto procuratore Francesco Sansobrino, che quel virus malevolo lo ha già adoperato nell'inchiesta sui concorsi per le forze dell'ordine.

Stavolta viene inoculato nel “dispositivo elettronico portatile “di Laudato, definito “longa manus di Panarese”, e restituisce un “quadro altamente sconcertante”, “un elevato livello di corruzione negli appalti pubblici”. Quel 'captatore informatico' fa emergere un panorama complessivo nel quale “si deve ritenere che in nessuna delle gare oggetto di analisi sia stata fatta applicazione del principio della libera concorrenza tra le imprese e edella selezione della migliore offerta”.

Perchè – nota il gip Camerlengo- “ogni aggiudicazione costituiva in realtà il compromesso tra gli interessi dei funzionari tecnici preposti alla gara e comunque in grado di incidente sul loro svolgimento”. Lo stesso giudice valorizza le denunce dell'ingegnere e, poi, dell'ex segretario generale della Rocca Franco Nardone: le “indagini sono state avviate grazie a persone oneste e corrette, anche perchè in alcuni contesti operativi, quali per eccellenza gli Enti pubblici, appare più difficile eliminare l'idea che il bene comune non debba essere sfruttato per un “vantaggio personale”.

In particolare, la denuncia di Nardone riguardava le presunte pressioni che Di Maria avrebbe esercitato su di lui per “l'indizione di una procedura paraselettiva per l'affidamento temporaneo dell'incarico di dirigente dell'Area tecnica”. Gli avrebbe “consegnato il curriculum di Giordano” e gli avrebbe “manifestato esplicitamente che avrebbe voluto nominarlo”, appunto, come dirigente, “perchè è quello di fiducia”. Un episodio nel quale è stata ravvisato il tentativo di induzione indebita a dare o a promettere altre utilità,  contestato a Di Maria, che per la stessa storia risponde anche di turbativa di gara. Altre due turbative prospettate a carico del vertice della Rocca sono invece relative ad alcune procedure a Circello e Guardia Sanframondi.