DIRETTA VOTO. Renzi si dimette: mai alleati con Lega e 5Stelle

Potrebbe slittare la conferenza stampa prevista alle 17 dell'ex premier

Renzi sta valutando la situazione. Gli orlandiani: dimissioni e reggente con gestione unitaria fino al congresso.

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Ore 18.48. SI DIMETTE RENZI. Matteo Renzi non è più segretario del Pd. Si è dimesso pochi minuti fa, annunciando la decisione in una breve conferenza stampa al Nazareno. E' stata anche l'occasione per ribadire un secco, determinato e definitivo no «ad alleanze con estremisti antisistema e antipolitica». Parole che potrebbero adattarsi anche alla Lega, ma che sembrano rivolte con più decisione al Movimento 5Stelle, che sta guardando a sinistra per cercare di raggiungere la maggioranza in Parlamento.

«Mi dimetto, lascio e torna fare il senatore semplice. Ma dico no a un reggente camuffato da segretario. Il mio successore deve essere eletto con le primarie».

Sulle alleanze. «Con la nostra gente abbiamo preso un impegno in campagna elettorale. Niente governi con estremisti. Non abbiamo cambiato idea. Lo dico – ha aggiunto – con chiarezza: non saremo all'opposizione e non faremo mai, e dico mai, la stampella di un governo per partiti antisistema».

«La mia - ha aggiunto – non è una fuga. Torno a fare un lavoro che mi affascina. Il senatore. Riparto dal basso, farò politica sul territorio, strada per strada».

«Di certo – dichiara con una punta d'orgoglio – lasciamo le chiavi di casa consegnando una abitazione che è molto meglio di quella che abbiamo trovato. Pil in crescita, così come export e lavoro. Ci auguriamo, per il bene dell'Italia, che chi verrà dopo di noi sia in grado di fare un lavoro ancora migliore».

Ore 16,59. RENZI CHIUSO NEL SUO UFFICIO. LA MINORANZA: DIMETTITI. Renzi è chiuso nei suoi uffici al Nazareno. Sta valutando la situazione. Tra pochi minuti è prevista la conferenza stampa durante la quale potrebbe annunciare la dimissioni da segretario del Pd.

Nel frattempo la minoranza del Pd chiede le dimissioni di Renzi e la gestione unitaria del partito fino al congresso. Per gli orlandiani non ci sono alternative: il risultato elettorale è stato disastroso e si impongono dimissioni doverose. L'ex premier dovrebbe essere sostituito da un reggente, ma con una gestione unitaria, per traghettare il partito verso il congresso.

La conferenza stampa di Renzi potrebbe slittare di qualche minuto.

Ore 16,49. LEGA – CINQUE STELLE: UN PAESE SPACCATO IN DUE. Un Paese spaccato in due per una nuova – e imprevedibile – forma di bipolarismo. Al Nord la Lega: estrema destra e nazionalismo. Al Sud i Cinque Stelle: statalisti, più inclini all'assistenzialismo, post ideologici e con una base elettorale che in buona parte proviene da sinistra.

Due formazioni politiche antisistema, in buona parte contrapposte. E non solo geograficamente. E anche per questo incompatibili.

Del resto Salvini lo ha già detto: mai con Di Maio. E il Movimento 5Stelle, per raccogliere le adesioni necessarie in Parlamento alla costituzione di un governo, guardano verso il Pd, eventualmente post renziano.

La Lega ha puntato tutto sulla sicurezza, l'immigrazione, la legge Fornero. I Cinque Stelle sul reddito di cittadinanza, la sanità, il lavoro, soprattutto per i giovani.

Il voto di domenica ha aperto scenari del tutto nuovi. Posto i partiti tradizionali in una situazione di netta minoranza. Salvini è il padrone del centrodestra, la Lega dominante in buona parte del Nord, anche in zone storicamente rosse, come l'Emilia Romagna e parte della Toscana.

I 5Stelle sfiorano la maggioranza assoluta in tutto il Meridione, dove hanno anche fatto incetta di seggi uninominali.

Queste elezioni politiche sono uno spartiacque per la democrazia italiana. Si trova in bilico, sospesa tra forze che sono cresciute nel nome della lotta all'establishment. Potrebbero entrambe governare l'Italia nei prossimi cinque anni. E – comunque vada – il Paese che lasceranno non sarà più quello che conosciamo.

Ore 13,43. STRAVINCE LA CANDIDATA SENZA VOLTO. Ha fatto la campagna elettorale senza mai mostrarsi in pubblico. La candidata senza volto, che ha dovuto tenere nascosto perché testimone di giustizia nella terra dell'ultimo padrino di mafia latitante, Matteo Messina Denaro. Eppure nel collegio uninominale di Marsala, dove era candidata per il M5s, Piera Aiello non ha vinto: ha stravinto con oltre il 51 per cento distaccando di 20 punti Tiziana Pugliese di Forza Italia e l'uscente Pamela Orrù del centro sinistra ferma al 13,5.
    Fino all'ultima uscita pubblica Piera Aiello era inavvicinabile: attorno a lei il servizio di sicurezza aveva alzato un muro invalicabile. Ha vissuto così per 26 anni, immersa nell'anonimato in una località segreta. Ora potrà mostrarsi in Parlamento ma con tutte le cautele del caso. La storia di Piera Aiello, vedova del figlio di un boss e cognata della collaboratrice Rita Atria morta suicida, è quella di una donna che si è ribellata alla mafia denunciandone traffici, affari e delitti.

Ore 13,33. SALVINI, 5 STELLE? NO, GRAZIE.  Salvini chiude la porta a qualsiasi possibilità di accordo con la Lega e annuncia: «Facciamo parte di una coalizione e io sono abituato a mantenere le promesse e la parola. Quindi ragioneremo con la nostra coalizione, che è quella di centrodestra».

 "All'interno del centrodestra - ha continuato - credo che tutti debbano essere contenti, il centrodestra ha vinto e può governare. Ho detto che avrei parlato con tutti ma non siamo usi a cambiare idea ogni quarto d'ora. La Lega ha vinto nel centrodestra e resterà alla guida del centrodestra".

"Non ho sentito Berlusconi - ammette -, lo farò dopo, ma gli accordi tra amici sono chiari. Quello faremo e farà...". Sui Cinque Stelle e una ipotetica convergenza si è limitato a dire «no».

Il segretario leghista ha continuato: "La nostra è stata una vittoria straordinaria, che ci carica di orgoglio, gioia e responsabilità. Lo vedo come un voto di futuro. Gli italiani hanno premiato il futuro. Siamo passati dal 4 al 18 per cento".

Ha poi aggiunto: "I mercati non hanno nulla da temere, l'Italia sarà un paradiso per le imprese. Io sono e rimarrò orgogliosamente populista, perché chi ascolta il popolo fa il suo dovere".

Non ha risparmiato un riferimento sul Pd: "Non commento le debacle altrui: l'arroganza di Renzi è stata punita e non vedo l'ora di iniziare. Il governo di Renzi gli italiani non l'hanno capito né votato".

E attaccato l'euro: "L'euro è e rimane una moneta sbagliata e una scelta sbagliata".

Ore 13,10. «INIZIA LA TERZA REPUBBLICA». Di Maio apre alle altre forze politiche e si dice fiducioso sul presidente della Repubblica, che dovrà scegliere chi incaricare per formare l'esecutivo: «Mattarella è una guida autorevole».

«Per il M5S - ha aggiunto – queste elezioni sono state un trionfo. Siamo i vincitori assoluti, un grande grazie ai circa 11 milioni di italiani che ci hanno onorato della loro fiducia».

«Inizia oggi – ha continuato - la Terza Repubblica, quella dei cittadini».

"Siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche a partire da figure di garanzia da individuare per le presidenze delle Camere».

Di Maio ha anche ringraziato i fondatori del Movimento e tutti gli attivisti. "Grazie a chi ha iniziato tutto questo, a Grillo e Casaleggio, che dieci anni fa hanno dato il via a questo percorso. E grazie a tutti gli attivisti. Grazie e in bocca al lupo ai nuovi eletti: triplichiamo il numero dei parlamentari nelle due Camere".

«Ci sono intere regioni - ha continuato - dove ci ha votato il 50% dei cittadini. Ci sono aree in cui abbiamo raggiunto il 75% del consenso. Siamo primi in Liguria e in Emilia Romagna, primi in Piemonte e nel Lazio dove governiamo Torino e Roma".

Il leader di Pomigliano pone poi un distinguo forte con la Lega, teso a rassicurare i mercati e l'Europa. "A differenza di altre forze politiche radicate a livello regionale noi siamo rappresentativi di tutta la nazione e questo ci proietta inevitabilmente verso il governo: sentiamo la responsabilità ed è per questo che dobbiamo constatare che oggi le coalizioni non hanno i numeri per governare, quindi ci prendiamo questa grande responsabilità per dare un governo all'Italia. E diciamo alla comunità internazionale, agli investitori, ma diciamo soprattutto ai nostri cittadini che questa responsabilità la sentiamo».

Ore 13.00. RENZI SI DIMETTE. Renzi ha deciso: si dimette. Lo conferma una fonte autorevole del partito, anche se il portavoce Marco Agnoletto non conferma. L'addio potrebbe essere ufficializzato alle diciassette.

L'ex premier aveva detto prima dell'esito elettorale: se va male andremo all'opposizione. Ma forse non immaginava andasse tanto male. Ha dimezzato i consensi delle Europee. Un tesoro di preferenze svanito, evaporato in pochi anni e tante, troppe sconfitte. A partire dal referendum.

La decisione sarebbe stata presa dopo un faccia a faccia con i suoi fedelissimi al Nazareno: Matteo Orfini, Luca Lotti, Maurizio Martina e Lorenzo Guerini.

La linea dell'opposizione in caso di sconfitta ha iniziato a vacillare quando i risultati hanno dato il Pd al di sotto della soglia minima del venti per cento.

Nel frattempo il partito è in fibrillazione. C'è chi non ha mai visto di buon grado l'ipotesi “larghe intese” con il centrodestra, spingendo invece per un accordo con i 5Stelle. Un modo – sostengono – per tentare di ricostruire la sinistra (soprattutto se nell'avventura entrano anche gli esponenti di Leu, usciti pesantemente ridimensionati dai risultati delle urne). L'ipotesi dell'accordo con Di Maio non è mai piaciuta a Renzi, ma ora potrebbe farsi da parte. Ne sapremo di più alle diciassette.

Ore 12.05 - LA VERA ROTTAMAZIONE (luciano trapanese) E alla fine la rottamazione c'è stata davvero. Ma non quella di una classe dirigente, come aveva annunciato qualche anno fa Matteo Renzi. Questa volta il cambio è più radicale. La rottamazione riguarda un intero sistema. I partiti tradizionali rischiano di evaporare nel nulla. Il Pd ha dimezzato i suoi consensi dalle Europee, il giovane leader è già considerato vecchio e porta con sé le cicatrici di sconfitte troppo profonde per essere rimarginate a breve (a partire dal Referendum). Forza Italia non sopravvive a Berlusconi, che si è sempre rifiutato di far crescere un erede, di alimentare all'interno del suo partito anime diverse, profili non legati solo all'obbedienza al capo.

Il successo dei 5Stelle è targato Sud. Decisamente. In molte regioni del meridione il Movimento ha sfiorato il cinquanta per cento. Non può essere etichettato solo come un voto di protesta. E' un voto che di fatto rade al suolo un sistema politico già in affanno, straccia clientele, baroni delle preferenze, e conquista l'adesione della media borghesia, in questi anni messa sempre più ai margini rispetto alla politica e alle sue strategie.

Nel Pd da anni – quando ancora era Ds/Margherita – si parla di distanza tra la politica e la vita reale, tra i partiti e i suoi elettori. E' stato un lento, graduale, inarrestabile deterioramento. Che ha eroso consensi e fiducia. Il partito è rimasto immobile, attaccato a classi dirigenti che non avevano più nulla da dire o da dare. Lo sapevano tutti, lo hanno detto in tanti. Ma non è stato fatto nulla. Risultato: quella distanza con gli elettori, con i cittadini è diventata voragine. La crisi economica ha fatto il resto. Renzi è stato un sussulto, una boccata di speranza. Ma presto anche lui si è piegato alle consuete liturgie e soprattutto non ha cambiato di una virgola il potere periferico. Lì è rimasto tutto com'era. Immutabile.

La vittoria al Nord della Lega è invece strettamente legata al declino di Forza Italia. C'è stato un secco travaso di voti. Da una parte il giovane Salvini, dall'altra il vecchio Berlusconi, incandidabile, che non ha saputo fornire ai suoi elettori una strada, un nome nuovo, una indicazione per il futuro. E ha sciorinato in campagna elettorale il consueto armamentario retorico, compreso le firme da Vespa. Ma oggi non fa più presa.

Siamo dunque in piena rottamazione. Difficile fare previsioni, impossibile anche immaginare il futuro governo. Quello che è certo è che nulla sarà come prima. Che sia meglio o peggio lo dirà solo il tempo.

Ore 11,20. I TIMORI DELL'EUROPA.  Per la stampa straniera non ci sono dubbi: «L'Italia è stata per decenni il motore del progetto Europeo, ma ora ha premiato partiti profondamente euroscettici».

Per il Guardian «I risultati di Lega e 5Stelle rappresentano un ripudio di Bruxelles da parte degli elettori italiani, e questo a meno di due anni dal referendum che ha deciso l'uscita del Regno Unito dall'Ue».

Per gli osservatori stranieri i risultati sono “straordinari”, «anche perché non coincidono con le analisi di tutti gli esperti che ritengono il governo uscente a guida Pd piuttosto competente, che ha guidato un netto miglioramento nell'economia e adottato politiche che hanno ridotto il flusso di migranti verso l'Europa, a vantaggio di leader politici inesperti e con opinioni controverser, a cominciare dal sostegno a Putin e allo scetticismo sull'efficacia delle vaccinazioni obbligatorie».

Ore 11,09. LE SCONFITTE CLAMOROSE. Due sono i ko più clamorosi di queste elezioni politiche. Il primo si è consumato in Puglia, a Nardò. Massimo D'Alema non è stato semplicemente bocciato alle urne. E' andato incontro a una sonora debacle. Ha ottenuto solo il 3,9 per cento delle preferenze. Sconfitto da Barbara Lezzi (Movimento 5Stelle), che ha battuto Luciano Cariddi (centrodestra) e Barbara Villanova (Pd). Staccatissimo l'esponente di Leu e grande manovratore nella scissione del Partito democratico.

L'altra sconfitta che brucia è quella di Marco Minniti, ministro dell'Interno, uno degli uomini più in vista del governo Gentiloni. E' stato battuto da un grillino espulso, quell'Andrea Cecconi rimasto coinvolto nella questione rimborsopoli.

Ore 10,32. LE APERTURE DEI 5STELLE. Il Movimento 5Stelle intende governare, questa volta. Apre a tutti, Lega compresa. Ma – secondo indiscrezioni – guarda a sinistra, o meglio al Pd, senza Renzi, chiaro. E naturalmente solo a certe condizioni: Di Maio premier e punti precisi del programma da sottoscrivere.

Nel Pd la resa dei conti per Renzi sembra iniziata. Ma l'adesione – anche esterna – al governo 5Stelle provoca già fibrillazioni. La componente più vicina al segretario non ne vuole sapere (a parole). Piena apertura da Emiliano, dialogo possibile per gli orlandiani.

Il possibile accordo dei 5Stelle con la Lega sembra più un grimaldello per aprire il Pd (i timori di un governo decisamente antisistema sono evidenti), che una ipotesi possibile. Anche perché lo stesso Salvini, ora padrone del centrodestra, avrebbe difficoltà a gestire un'alleanza a trazione decisamente 5Stelle.

Ore 10,16. "Rimboccarsi le maniche e ripartire. Senza rese dei conti ma cercando di capire insieme gli errori fatti. Io intanto oggi torno al ministero a lavorare. Le crisi non vanno in vacanza". Così su twitter il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, in un primo commento dopo il voto.

Ore10.05. RENZI, VOCI DI DIMISSIONI. Circola con sempre maggiore insistenza la voce di possibili dimissioni di Matteo Renzi dalla segreteria del Partito Democratico. La sconfitta era prevedibile, ma non in queste proporzioni. E i numeri sono impietosi, impongono una riflessione profonda sul futuro del Pd e probabilmente anche un cambio di rotta significativo.

Gli Orlandiani – una delle minoranze del partito – è già sul piede di guerra: «E' una debacle, la dirigenza ne tragga le conseguenze», ha dichiarato Cesare Damiano. E poi ha continuato: « Più si abbassa il risultato, più si allunga la lista dei nemici di Renzi».

Si parla anche di leader alternativi. Ma non viene fuori niente di nuovo. L'unico nome spendibile al momento è quello di Nicola Zingaretti, unico vero vincitore del Pd in questa notte terribile (è stato confermato governatore del Lazio). Ma difficile possa ricorprire due incarichi così complicati.

Per Renzi, che non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, il Pd ha perso anche perché spira un vento di destra, da Trump a Putin. «E ora quel vento è arrivato anche qui».

Ore 9,40. Secondo l'ultima proiezione del Consorzio Opinioni Italia per la Rai (campione del 46%) sui seggi alla Camera, la coalizione di centrodestra avrebbe 247-257 seggi mentre al M5s ne andrebbero tra 230-240, al centro sinistra 110-120, Leu 11-19, ad altri 0-2. In particolare, alla Lega andrebbero 115-123 seggi, a Fi 99-105, al Pd 104-110, a Fdi 24-32, a Leu 11-19, a Svp 3-5, a Noi con l'Italia 2-4, a Civica Lorenzin 1-3, a +Europa Bonino e Italia Europa insieme entrambi al 0-2. Altri 0-2.

Sui seggi al Senato, la coalizione di centrodestra guadagnerebbe tra i 128 e i 140 seggi mentre al M5s ne andrebbero tra 109 e 119 e alla coalizione di centrosinistra tra 47 e 55. A LeU tra 7 e 11 agli altri tra 0 e 2.

Ore 9,38. Reazioni negative del mercato azionario dopo l'esito della consultazione elettorale. L'indice Fitse Mib ha aperto con un calo del 2 per cento prima di stabilizzarsi intorno al meno uno. Il che indica che non c'è una situazione di panico. Unicredit perde il 2,5 per cento, Ubi Banca il 3,8.

Il mercato resta comunque in attesa. Sarà importante stabilire quale tipo di governo si insedierà dopo le consultazioni.

Mediaset di Berlusconi perde oltre il 4 per cento. L'azienda paga il risultato negativo nei confronti della Lega.

Ore 9,26. Il Movimento 5Stelle ha vinto in tutti i collegi dell'uninominale in Campania. Un vero cappotto. Con alcuni risultati a sorpresa: le nette sconfitte di Piero De Luca a Salerno (dove è arrivato solo terzo), e di Giuseppe De Mita nel collegio di Ariano.

Ma ecco eletti e percentuali nei singoli collegi campani: a Santa Maria Capua Vetere, Giuseppe Buonopane ha ottenuto il 42,l8 per cento, a Benevento Angela Ianaro (43), ad Aversa Nicola Grimaldi (54), a Caserta Antonio Del Monaco (56), a Pozzuoli Antonio Caso (49), a Portici, Gianfranco Di Sarno (56), ad Acerra, Luigi Di Maio (63), a Giugliano, Salvatore Micillo (58), a Ponticelli, Rina Di Lorenzo (62), ad Avellino, Michele Gubitosa (43,3), a Torre del Greco, Luigi Gallo (54), a Castellammare di Stabia, Catello Vitiello (44), a Salerno, Nicola Provenza (40,5), a Nola, Silvana Nappi (47), a Battipaglia, Nicola Acunzo (40,7), ad Ariano Irpino, Generoso Maraia (42,8).

Ore 9,.Ore 08,58. Nel collegio Campania 1 alla Camera il Movimento 5Stelle ha raggiunto il 54 per cento dei voti. Il centrodestra si ferma al 25,4. Mentre il centrosinistra non va oltre il 14,1 per cento.

Nel coollegio Campania 2 i 5Stelle raggiungono il 45 per cento, il centrodestra il 30,8 e il centrosinistra il 18 per cento.

Ore 08,50. Il Sud si conferma vera roccaforte per il Movimento 5Stelle, che ha coagulato lo scontento di intere fette di elettorato e non ha dovuto subire la concorrenza, su linee anti sistema, della Lega. Al nord infatti, dove il partito di Salvini ha ottenuto un consenso clamoroso, i 5Stelle hanno raggiunto un buon risultato, ma sono distanti dalle percentuali bulgare registrate nelle regioni meridionali. In Campania 49,6 per cento, in Abbruzzo 44,3, Puglia 43,6, Basilicata 41,6, Calabria 42,6, Sicilia 47,3, Sardegna 41,7. Percentuali da Democrazia Cristiana ai tempi d'oro. Forse anche qualcosa in più.

Un risultato che sorprende solo per le proporzioni. L'affermazione dei 5Stelle era infatti data per scontata in tutti i sondaggi. Ma non con questi numeri.

Ore 08,20. Al Senato in Campania il Movimento 5Stelle ha sfiorato la maggioranza assoluta, conquistando un impressionante 49,5 per cento delle preferenze. Il centrodestra nel complesso raggiunge il 28,9 per cento. Così suddiviso: 20,1 Fi, 4,4 Lega (che non ha sfondato nella nostra regione), FdI 3,2 e Udc 1,2).

Disastro centrosinistra. Che complessivamente racimola il 15,9 per cento. Il Pd si ferma al 13,3 per cento. Liberi e uguali non supera il 2,3 per cento, una forza decisamente residuale.

Ore 07,30. Le proiezioni alla Camera (45.378 sezioni su 61.400: quindi un dato più che attendibile), confermano il trionfo del Movimento 5Stelle (31,6 per cento). Il Pd si attesta sotto il venti (19,2 per cento), una soglia che fa valutare la sconfitta come netta, al limite del clamoroso. La Lega (18,2), vince il duello interno al centrodestra con Forza Italia (13,8), e si propone per la prima volta come partito nazionale e non regionale. Fratelli d'Italia (4,3) completa con un risultato che risponde alle attese il quadro del centrodestra. Anche alla Camera pessimo risultato per Leu, solo il 3,3 per cento.

Ore 01,11. Se il risultato del Pd dovesse attestarsi – come sembra – molto al di sotto del 20 per cento la sua leadership verrebbe seriamente messa in discussione. Le voci circolano con insistenza in queste ore. Anche se non ci sono ancora voci ufficiali (si aspetta il dato ufficiale). A sinistra fa rumore anche il flop di Leu, che supera di poco il 3 per cento. Un fallimento.

Sono nel frattempo arrivati primi dati ufficiali (non proiezioni e su un numero limitato di seggi). 5Stelle (29 per cento), Pd (21), Lega (20,4), Fi (13,1), Fdi (3,9), Leu (3,2). Ma si tratta appunto di un campione minimo, che è quindi meno attendibile delle proiezioni.

Ore 00,53. I risultati elettorali in Italia hanno appena avuto un effetto negativo sui mercati finanziari internazionali.

Ore 00,50. Altre proiezioni al Senato. Si amplifica la vittoria dei 5Stelle 33,6 per cento, il tracollo del Pd (18,3), la vittoria della Lega (17,4), poi Forza Italia (14,1), Fratelli d'Italia (4 per cento), Leu (3,3), +Europa (2,3).

Ore 00,46. Le nuove proiezioni al Senato confermano in buona parte i risultati già diffusi con gli exit poll: 5Stelle 31,8 per cento, Pd (19,6), Lega (15,9), Forza Italia (14,2), Fratelli d'Italia (4,4 per cento), Leu (3,5), +Europa (2,7).

Ore 00,28. Prime parole ufficiali dei 5Stelle. Le ha pronunciate Alessandro Di Battista: «Se i dati fossero confermati saremmo di fronte a un trionfo, una apoteosi. Che dimostra quanto di buono abbiamo fatto fino a oggi. Ora tutti quanti, dico tutti quanti, dovranno venire a parlare con noi. E questa è la migliore garanzia di trasparenza per i cittadini. Con la nostra correttezza e le nostre soluzioni».

Ore 00,15. Surreale commento della segretaria regionale del Pd, Assunta Tartaglione: Di fronte alla debacle del partito è riuscita a parlare solo del dato che riguarda l'affluenza alle urne.

Ore 00,14. Le prime proiezioni al Senato confermano i due dati più significativi di queste elezioni politiche: il trionfo dei 5Stelle (33 per cento) e della Lega (17,3). Il disastro del Pd (18 per cento), la delusione targata Forza Italia (14 per cento), l'evaporazione di ogni ambizione per Liberi e Uguali (3 per cento).

Gli italiani hanno punito duramente i partiti tradizionali e il centrosinistra in particolare. Premiando i cosiddetti populisti e nazionalisti, assecondando una propensione europea, ma con un risultato ancora più marcato: i partiti antisistema e di estrema destra superano il cinquanta per cento.

Ore 23,56. Il Guardian, che sta seguendo con una diretta on line il voto italiano, ritiene possibile una coalizione tra i partiti populisti, anti establishment o di estrema destra. E quindi: Lega, 5Stelle e Fratelli d'Italia. «Una situazione – aggiunge il giornale britannico – che farebbe tremare l'Europa».

Ore 23,47. Dai primi risultati reali in arrivo dal Sud il Movimento 5Stelle avrebbe fatto il pieno di voti, anche in molti collegi uninominali. Tra gli scenari possibili a questo punto, soprattutto se venisse confermato il risultato molto superiore al 30 per cento, c'è naturalmente anche quello di un governo della formazione di Di Maio con il supporto di un gruppo di fuoriusciti di altre forze politiche, in particolare Pd e Leu. Del resto nell'ultima legislatura i cambi di casacca sono stati 540 e hanno riguardato 440 parlamentari.

Nel centrodestra i risultati continuano a premiare Salvini rispetto a Berlusconi.

Ore 23,37. Il Movimento 5Stelle annuncia: siamo il pilastro di questa legislatura. Nel frattempo nuovi aggiustamenti negli exit poll. La Lega potrebbe superare Forza Italia e la somma – con i massimali – di tutte le forze della coalizione, si avvicina al fatidico 40 per cento. In questo caso, Matteo Salvini potrebbe diventare premier. Il Pd oscilla tra il disastro (20 per cento) e una dignitosa sconfitta (23 per cento). Per Liberi e uguali se si confermasse il risultato al di sotto del sei per cento si potrebbe tranquillamente parlare di una debacle.

Ore 23.35. Bonafede, portavoce Movimento 5Stelle: "Se i dati di questi exit poll venissero confermati, sarebbe un dato tanto storico quanto straordinario. I 5Stelle sarrebbero imprenscindibili per la formazione di un nuovo governo".

Ore 23,15. Se venissero confermati gli exit poll, nessuno tra partiti e coalizioni sarebbe in grado di formare un governo. Nè i 5Stelle, lontani dalla soglia del 40 per cento. Nè la coalizione del centrodestra, che arriverebbe al massimo al 35. Nè tantomeno il Pd, che oscilla tra il 20 e il 23,5 per cento. Saranno quindi necessarie delle alleanze. E già si fanno le prime possibili previsioni. Il possibile accordo tra Pd e Forza Italia non garantirebbe la maggioranza, forse neppure con la presenza di una pattuglia robusta di “responsabili”. Tutto quindi sembra nelle mani dei 5Stelle. Nel centro destra è lotta all'ultimo voto tra Forza Italia e Lega per il primato all'interno della coalizione.

Ore 23,02. Sono usciti i primi exit poll. E sono in linea con gli ultimi sondaggi. Il Movimento 5Stelle sarebbe il primo partito (29/32 per cento), il Pd (20/23 per cento), Leu (5,2/6,2 per cento), Forza Italia (12,5/15,5 per cento), Lega (12,5/15,5 per cento), Fratelli d'Italia (4,1/5,8 per cento), Più Europa (2/4 per cento).

Ore 22,59. Manca solo un minuto ai primi exit poll

Ore 22,55. Le prime proiezioni sui voti reali dovrebbero essere pronte entro le 24. Dipenderà molto dall'inizio delle operazioni di spoglio.

Ore 22,50. Sono prevedibili lunghe code all'interno dei seggi anche dopo la chiusura delle 23. Quasi ovunque si segnalano tante persone in attesa. Un dato che ritarderà anche di un'ora l'inizio dello spoglio delle schede.

Ore 22,42. Il Guardian avvisa i suoi lettori: i sondaggi in Italia non sono mai stati affidabili, e con la nuova legge elettorale lo saranno anche meno. Attenzione...

Ore 22,39. Curiosità in un seggio elettorale avellinese. Un presidente ha preso alla lettera l'alternanza uomo donna. Ha ritenuto non fosse sufficiente solo per le candidature, pensava si dovesse applicare anche nella successione del voto: uomo, donna, uomo, donna... E così dopo il voto di un elettore maschio ha iniziato a urlare ad alta voce: c'è una donna? C'è una donna? Ma in quel momento non c'era nessuna elettrice. Poi qualcuno gli ha spiegato che non l'alternanza non era prevista nelle urne...

Ore 22,18. Urne chiuse e già si parla di brogli. Le Iene, la popolare trasmissione di Italia Uno, ha annunciato la trasmissione di un servizio – per questa sera – durante la quale verrebbe illustrata la falsificazione di circa 3mila schede a Colonia, in Germania. Le schede in questione sarebbero state intercettate da alcuni individui prima dell'arrivo in Italia.

22,15. Anche l'inviato del New York Times a Roma si è accorto che le schede elettorali – per come sono state realizzata – possono indurre un certo grado di confusione. Gli americani osservano con una certa ironie le complicazioni al limite dell'assurdo del nostro nuovo sistema elettorale.

Ore 22,09. Tra meno di un'ora saranno diffusi i primi exit poll e sarà chiaro almeno il trend di queste elezioni politiche 2018. Si valuterà se ci sarà la concreta possibilità di formare un governo con il partito o la coalizione vincente o se sarà invece necessaria una lunga fase di trattative per dare al Paese un esecutivo in grado di amministrare.

Per i risultati definitivi l'attesa sarà invece più lunga e avranno un peso notevole i risultati nei collegi uninominali. E' presumibile che la compagine politica o la coalizione che si avvicini al 40 per cento potrebbe ottenere i seggi sufficienti per dar vita a un governo. E' quella la soglia da raggiungere o almeno avvicinare.

C'è grande attesa per l'esito del voto in tutta Europa. Le capitali del continente temono la vittoria dei populisti o dei movimenti anti establishment.

Ore 21,50. Si è registrato un aumento dell'affluenza nelle regioni dove è prevedibile – almeno secondo i sondaggi – un buon risultato per il Movimento 5Stelle. E quindi in particolare nel Sud e in Piemonte. Mentre il dato è il calo nelle regioni storiche del Partito democratico e in alcune dove il centrodestra è dato per favorito, in particolare il Veneto e il Lazio.

Ore 21,30. Sarà uno scrutinio lento, reso ancora più complesso dai bizantinismi della legge elettorale. Il ministro dell'Interno, Marco Minniti ha dichiarato che «per conoscere i risultati ci vorrà pazienza». Sarà un problema determinare il tempo necessario. Si suppone che il numero di schede contestate non sarà basso, anzi. Tra le ipotesi più accreditate c'è quella che invita ad aspettare fino a lunedì sera per conoscere l'esito definitivo delle elezioni.

Ore 21,22. Una donna di 85 anni è morta nel pomeriggio, a causa di un malore, nell'atrio di una scuola elementare di Matera nella quale è stato allestito il seggio elettorale dove era andata per votare. Quando si è sentita male, l'anziana, che era accompagnata dal marito, è stata soccorsa e fatta sedere su una sedia, nell'atrio di un istituto scolastico del rione San Pardo: intanto, è stato chiamato il "118" ma quando il medico è arrivato era già morta.

Ore 21,20. Il ministero dell'Interno ha fornito il dato definitivo dell'affluenza alle 19. E' del 58,42 per cento, un punto in più rispetto al referendum del 4 dicembre 2016. Youtrend stima che a questo punto l'affluenza definitiva potrebbe oscillare tra il 67 e il 70 per cento. Ben cinque punti – almeno – più basso delle elezioni 2013, che già rappresentava il picco minimo nella storia delle elezioni politiche in Italia.

Ora 20,48. Iniziano a circolare i primi exit poll, quelli registrati alle 18. Non possono ancora essere resi pubblici. Ma c'è qualche risultato che se confermato sarebbe sorprendente.

Ore 20,15 Si continua a votare più al nord, ma il sud è in crescita rispetto al voto referendario del 2016 e ha ridotto la forbice rispetto all'affluenza al voto registrata nelle regioni settentrionali. Una situazione, che se confermata, potrebbe tramutarsi in un vantaggio per i 5Stelle (dati per favoriti nel meridione) e um grosso guaio per il Pd (il calo più consistente è nelle zone dove il partito di Renzi è tradizionalmente più forte).

Queste le variazioni al sud: Campania + 6 per cento, Puglia (5,4), Basilicata (5,2), Calabria (5,1), Molise (4,72)

Ore 19,44. Alle elezioni politiche per il rinnovo della Camera alle ore 19 - ma il dato non è ancora definitivo - ha votato il 58% degli aventi diritto (circa 4.200 comuni su 7.958). Alle ore 12 l'affluenza registrata è stata pari al 19,38%. Lo rende noto il Ministero dell'Interno.

Ore 19,33. Ancora un inquietante episodio di intimidazione ai dirigenti del Pd di Sant'Angelo Lodigiano". E' quanto sottolinea il coordinatore della segreteria nazionale del Pd, Lorenzo Guerini, rilanciando su Fb la denuncia del ritrovamento di una bandiera del Pd con la scritta 'Infame ti ammazziamo' nel giardino di casa di Valerio Esposti, giornalista freelance e attivista del Pd della cittadina.
 Esposti ha denunciato il fatto ai carabinieri e sostiene che la bandiera sia una di quelle "rubate giovedì 22 febbraio all'esterno di una iniziativa del Pd svoltasi a Sant'Angelo".
"Questa minaccia di morte, avvenuta oggi nel giorno delle elezioni - sostiene -, è l'ultimo episodio di una serie". "Tutto il Pd lodigiano e nazionale ti è vicino con affetto - ha scritto Guerini condividendo il post di Valerio Esposti su Fb -. Noi non ci facciamo intimidire: le minacce, gli insulti, le aggressioni non ci faranno fare nessun passo indietro. Sant'Angelo, come tutta l'Italia, è democratica e antifascista".

Ore 19, 31. È stato sorpreso dal presidente di seggio mentre fotografava la scheda elettorale dopo aver votato.
È accaduto n uno dei seggi a Iglesias, nel Sulcis. L'elettore, un uomo di circa 60 anni, è stato bloccato e sono state subito informate le forze dell'ordine. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Iglesias. Il sessantenne è stato identificato. Nei suoi confronti scatterà una denuncia.

Ore 19,30. Buona affluenza alle urne nei paesi colpiti dal terremoto nelle Marche. In molti Comuni gli abitanti che sono ancora sfollati sono arrivati o con i bus navetta messi a disposizione dalla Regione Marche o con mezzi propri per votare. Come a Castelsantangelo sul Nera (Macerata) dove Marco Alfani e il nipote, unici ad abitare ancora in frazione Vallinfante in roulotte, si sono presentati di buon'ora al seggio: un modulo abitativo. A Muccia il tricolore, la bandiera azzurra della Ue e quella della Regione Marche hanno trasformato un centro di aggregazione in seggio elettorale. Nei paesi più grandi si sono registrate, soprattutto prima dell'ora di pranzo, lunghe file e attese, come a Camerino dove il seggio si è concentrato in zona Le Conce nella sede dell'Ipsia 'Ercoli'. A Montecavallo (Macerata) si è votato in una struttura prefabbricata che verrà poi adibita a chiesa. Ad Acquasanta Terme (Ascoli Piceno), alcuni abitanti che risiedono nella vallata sono tornati per votare: tre i seggi allestiti.

Ore 19,17. In questo momento solo 506 comuni su 8mila hanno fornito il dato sull'affluenza alle 19. E' del 56,91 per cento. Ma si tratta di un risultato molto parziale e che cambierà sicuramente. Ricordiamo che alle 19 nel giorno del Referendum 2016 aveva votato il 57,31 per cento.

Ore 19,13. Per tentare di ridurre i ritardi provocati dalla gestione del tagliando antifrode, il ministero dell'Interno avrebbe informato di presidenti di seggio che potranno farsi aiutare dai propri vice nelle operazioni che riguardano il tagliando: controllo che il il numero della scheda compilata dall’elettore sia lo stesso della scheda che gli è stata consegnata all’ingresso, rimozione del tagliando e inserimento della scheda nell’urna. La notizia è stata riportata dal Sole 24 Ore.

Ora 19,01. Tra ora e le 20 dovrebbero essere resi noti i dati sull'affluenza alle urne. Se il trend dovesse essere confermato potrebbe essere questa consultazione quella con la più bassa partecipazione della nostra storia. Un dato che – del resto – era ampiamente previsto. Già noto prima della campagna elettorale. Campagna che, nel caso fosse confermato questo andamento, non ha saputo convincere il gran numero di indecisi (o che – più probabilmente – non hanno trovato convincenti le proposte politiche di partiti e movimenti).

Ore 18,49.  E questa è invece l'analisi che arriva dagli Usa e da uno dei suoi più prestigiosi quotidiani, il Washington Post.

Gli italiani si sono recati alle urne con un voto che offrirà la misura della forza dei populisti anti-establishment che hanno condotto una campagna contro i partiti tradizionali in tutta Europa.

Dopo una campagna caratterizzata da atteggiamenti rabbiosi nei confronti dei migranti e dal pessimismo sulle prospettive economiche dell'Italia, gli elettori avranno la possibilità di registrare il loro malcontento alle urne. Prima del voto, il panorama politico del paese era frammentato dall'aumento dei partiti estranei al consueto confronto sinistra-destra che ha dominato la politica nei paesi europei dalla seconda guerra mondiale. Molti leader e analisti si chiedono se ci sarà abbastanza supporto per una qualsiasi forza per mettere insieme una coalizione di governo.

La politica italiana è notoriamente caotica , e i primi ministri raramente sono rimasti in carica per l'intero mandato. Ma quest'anno è forte la sensazione di rottura del vecchio sistema e quello che sta accadendo in Italia potrebbe essere il da apripista per quello che accadrà in altri Paesi europei. Combinati, i partiti di centro-sinistra e centro-destra tradizionali otterranno meno del 40 percento degli elettori.

Un fattore unificante di questa campagna è stata la furiosa rivolta contro le 600mila persone che sono arrivate sulle coste italiane negli ultimi cinque anni. L'ex primo ministro Silvio Berlusconi sostiene la deportazione di tutti - un passo senza precedenti nell'Europa occidentale postbellica - . Eppure è ancora visto come un moderato dagli italiani e dai leader europei, vista la retorica ancora più angosciante che si muove alla sua destra.

Il suo partito è infatti alleato con la Lega Nord, che ha allargato il suo orizzonte oltre le radici regionali grazie a una piattaforma nazionalista e una dura retorica nei confronti dei musulmani e dei nuovi arrivati .

Il Movimento 5 Stelle si è impegnato per convincere gli elettori che sono pronti a governare, e non è chiaro se siano disposti a fare i compromessi necessari per formare una coalizione di governo. Le loro politiche difficili da categorizzare sono determinate da un insolito sistema di votazione online diretta tra i membri del loro partito e non hanno preso posizioni chiare su alcune delle principali questioni che riguardano l'Italia nel mondo, come l'integrazione dell'Unione europea e il futuro delle sanzioni contro la Russia.

 

Ore 18,36. Così ci vedono dall'estero. Ecco cosa scrive il quotidiano inglese The Guardian a proposito delle elezioni italiane.

«Oggi gli italiani si stanno recando alle urne per votare in una delle elezioni più incerte degli ultimi anni e che potrebbe determinare se l'Italia soccomberà al sentimento populista, euroscettico e di estrema destra che ha travolto l' Europa.

Confusione e ritardi hanno penalizzato il voto in alcuni seggi elettorali, con nuove procedure antifrode che hanno causato enormi code, mentre in un seggio elettorale di Roma è stato sospeso il voto perché le schede ripotavano nomi di candidati sbagliati.

La campagna è stata segnata della retorica neofascista e della violenza anti-migrantei che è culminata nelle sparatorie del mese scorso di sei africani.

I risultati del voto, che dovrebbero essere annunciati nelle prime ore di lunedì, potrebbero riportare in sella  Silvio Berlusconi , ex primo ministro conservatore e miliardario costretto a dimettersi nel 2011 sotto una nuvola di scandali.

Ci potrebbe anche essere un'ondata di sostegno per i due principali partiti populisti italiani, il Movimento 5 Stelle e l'estrema destra della Lega, entrambi euroscettici, anti-libero commercio, pro-Cremlino e contrari ai vaccini obbligatori nonostante l'Italia sia stata colpiuta da un'epidemia di morbillo.

La Lega, precedentemente conosciuta come la Lega Nord, abbraccia apertamente l'ideologia "prima l'Italia", mentre i 5Stelle si concentrano sulla corruzione. La loro ascesa negli ultimi anni ha evidenziato la profondità della rabbia all'interno della elettorato.

Il centrosinistra, guidato dall'ex primo ministro Matteo Renzi , ha cercato venerdì di fare un ultimo appello per la moderazione, invitando il numero significativo di elettori indecisi - circa il 30% - a "pensare attentamente".

Mentre la coalizione di centro-destra, che ha capitalizzato il sentimento anti-migrante, ha condotto i sondaggi la scorsa settimana, gli analisti prevedono che il risultato più probabile sia un parlamento senza maggioranza.

Ciò richiederà giorni e settimane di contrattazioni dietro le quinte per creare un governo di coalizione che possa ottenere voti di fiducia in parlamento. Solo le parti che si uniscono tra i tre blocchi principali - la coalizione di centro-destra, la coalizione di centro-sinistra e il Movimento a cinque stelle - determineranno il futuro dell'Italia.

"È molto probabile che, in fin dei conti, nessuno di questi tre gruppi avrà la maggioranza assoluta e sarà costretto a dialogare tra loro per mettere insieme un governo di coalizione", ha detto Franco Pavoncello, il decano della John Cabot University di Roma.

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Gli analisti prevedono che l'unica coalizione con la possibilità di raggiungere una maggioranza assoluta sia la coalizione di centro-destra. La coalizione comprende la Lega anti-migranti e il partito nazionalista, neofascista, Fratelli d' Italia .

Ore 18,18. I primi Exit Poll come al solito saranno resi noti subito dopo la chiusura dei seggi. Ma mai come in questo caso – tra seggi uninominali e proporzionale – dovranno essere valutati con estrema attenzione e senza farci eccessivo riferimento. Potranno indicare una tendenza, nulla di più. I primi dati più o meno credibili, vista anche la complessità del sistema e le operazioni di voto che in molti seggi si protrarranno ben oltre le 23, dovrebbero essere resi noti non prima delle due, forse le tre. Per i definitivi bisognerà aspettare lunedì mattina.

ORE 17. Secondo YouTrend – che ha analizzato i dati nazionali - l’affluenza alla chiusura dei seggi dovrebbe attestarsi tra il 65 – 70 per cento. Dunque in calo rispetto alle elezioni di 5 anni fa quando il dato definitivo fu di 75,2%.
Il calo più vistoso dovrebbe verificarsi nelle regioni del nord e in particolare nelle province di Modena, Reggio Emilia, Bologna, Milano e Monza.

Dovrebbe crescere invece – rispetto ai dati del referendum 2016 – l'affluenza in tutte le regioni del Sud».

Ore 14. "Le code registrate in queste ore, anche in altre città italiane, sono dovute in gran parte alle nuove operazioni richieste per il tagliando antifrode - scrive il Campidoglio in una nota -. Pertanto, rinnovando l'invito ai cittadini all'esercizio del proprio diritto di voto, si suggerisce di recarsi ai seggi prima possibile e comunque almeno un'ora prima della loro chiusura". Lo stesso consiglio può esserer esteso agli elettori di tutta la Penisola.

Ore 13. Alle 12 l'affluenza alle urne nei 7.958 Comuni italiani è stata del 19,43%. Nelle passate elezioni politiche del 24 febbraio 2013 (ma allora si votava anche il lunedì) alle ore 12 aveva votato il 14,9% degli aventi diritto (8.092 Comuni).

Ore 9. Disagi ed errori. Non sono mancati i disagi per errori nella distribuzione delle schede elettorali. A cominciare da Casalnuovo di Porto, nei pressi di Roma, dove sono arrivate le schede degli oltre quattro milioni di voti arrivati dall'estero: tutto sta procedendo con un certo caos.

A Roma – in un seggio dei Parioli – le urne sono state ricontrollate perché un elettore ha fatto notare che stava votando su schede sbagliate.

Problemi dello stesso tipo a Palermo: nella notte e in tutta fretta sono state ristampate duecentomila schede poi distribuite nei seggi della città. Molte operazioni di voto sono iniziate in ritardo.

Ore 7. I numeri, i seggi, come si vota. Aperte da questa mattina alle 7 le 61.552 sezioni elettorali dove gli italiani potranno recarsi per rinnovare il Parlamento della Repubblica.

Due le schede: una "rosa" per la Camera dei Deputati, l'altra "gialla" per il Senato. Possono esprimere il loro voto per il Senato soltanto gli elettori che hanno compiuto 25 anni. Gli elettori sono complessivamente 50.782.650, di cui 46.663.202 hanno diritto a votare anche per il Senato.

La nuova legge elettorale (Rosatellum) prevede un sistema elettorale misto sia alla Camera che al Senato. Un terzo dei seggi sarà assegnato con il sistema maggioritario e due terzi con il sistema proporzionale.

Con il sistema maggioritario viene eletto un solo candidato per collegio. Con quello proporzionale a ciascuna lista o coalizione di liste sono assegnati i seggi in proporzione ai voti ottenuti, calcolati a livello nazionale e poi redistribuiti nelle singole circoscrizioni territoriali.

I candidati in corsa col sistema maggioritario sono identificati sulla scheda elettorale: il nome è scritto in un rettangolo situato in alto rispetto alla lista o alle liste collegate. Ogni lista o coalizione di liste è collegata a un solo candidato.

Con il maggioritario sono assegnati 232 seggi alla Camera e 116 seggi al Senato. L'assegnazione dei restanti seggi del territorio nazionale (386 alla Camera e 193 al Senato) avviene con il metodo proporzionale in collegi plurinominali.

Per l'elezione della Camera possono votare i cittadini che alla data di domenica 4 marzo hanno compiuto diciotto anni; per l'elezione del Senato possono votare i cittadini che alla data di domenica 4 marzo hanno compiuto il venticinquesimo anno di età. Per l'elezione della Camera dei deputati la scheda è rosa. Per l'elezione del Senato della Repubblica la scheda è gialla.

Il tagliando antifrode prevede che ogni scheda sia dotata di un codice progressivo, che sarà annotato al momento dell'identificazione dell'elettore. Espresso il voto l'elettore consegna la scheda al presidente del seggio. E' il presidente che stacca il 'tagliando antifrode' e, solo dopo aver verificato la corrispondenza del numero del codice con quello annotato al momento della consegna della scheda, la inserisce nell'urna. Proprio questa operazione sta provocando rallentamenti nei seggi.

 

Gli elettori sul territorio nazionale sono, per la Camera dei Deputati, 46.604.925, di cui 22.430.202 maschi e 24.174.723 femmine, per il Senato della Repubblica 42.871.428, di cui 20.509.631 maschi e 22.361.797 femmine, che eleggeranno 618 deputati e 309 senatori. Le sezioni saranno 61.552. Gli elettori della circoscrizione estero, sulla base dei dati dell'apposito elenco definitivo, sono, per la Camera dei Deputati 4.177.725, e per il Senato della Repubblica 3.791.774, ed eleggeranno, rispettivamente, 12 deputati e 6 senatori.