Avellino, la dura realtà che va oltre tecnico e moduli

A Pagani, Ignoffo tornerà al 3-5-2 cercando un risultato utile a puntellare la sua panchina

Avellino.  

Nessun gol nelle ultime quattro giornate, un solo punto raccolto per effetto dell'amaro pari a reti inviolate contro il fanalino di coda Rende, che ha tamponato l'emorragia di sconfitte che si protraeva da tre partite consecutive. L'Avellino, illuso come l'ambiente biancoverde dalle tre vittorie di fila inanellate prima di imboccare il tunnel della crisi, sta facendo i conti con quella che è, null'altro, che la dura realtà dei fatti. Niente ritiro pre-campionato; una rosa costruita in fretta e furia senza, però, essere completata, nonostante due fideiussioni e rinunciando a incamerare risorse attraverso il ricorso ai premi di valorizzazione. Non è, in fondo, casuale che tutti i nodi siano inesorabilmente venuti al pettine. Il paradosso è che a pagare, in caso di sconfitta e, soprattutto, di debacle nel derby di domenica prossima, al “Torre”, contro la Paganese, potrebbe essere chi, pur avendo come tutti la propria parte di responsabilità, ha, certamente, quella inferiore: Giovanni Ignoffo. E sì, perché si può discutere di moduli e interpreti fino all'infinito; anche se non c'è controprova si può ipotizzare che con mosse diverse gli epiloghi delle gare precedenti sarebbero stati differenti, ma basta guardare la distinta di una qualsiasi match da qui all'inizio del campionato per rendersi conto di quanto la coperta sia corta, le scelte obbligate e ridotta la possibilità di cambiare l'inerzia degli incontri, soprattutto di quelli che si mettono male, facendo ricorso alla panchina, che, costantemente, non arriva neppure a essere completata. In più c'è un altro tasto dolente: l'esperienza in categoria dei componenti dell'organico, assai, troppo, ridotta. Ma, tant'è. Mentre sullo scranno irpino si allungano le ombre di Capuano e Novellino, pur rimanendo il punto interrogativo sulla possibilità economica della proprietà di poter effettivamente procedere a un eventuale avvicendamento, il tecnico siciliano tornerà ad adottare il “suo” 3-5-2. Basterà? La parola sta per tornare al campo.